The Only Exception. Robert Pattinson Pov

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    “Credo di non dover provare nulla a nessuno. Non accetto che qualcuno cerchi di darmi un freno. Io non sono una di quelle persone che ama gridare ‘per favore, offrimi una possibilità! Ti dimostrerò quello che so fare." No, non mi interessa, davvero. Se fai questa cosa, allora il pubblico risponderà. E se ora non puoi fare nient’altro, va bene lo stesso”.
    (Robert Pattinson)

    The only exception. Robert Pattinson Tribute.


    Giocare con i liquori è pericoloso.
    Vuoi o non vuoi, se ti spaparanzi beatamente sul divano, magari accoccolato alla tua donna e al suo gattone, devi mettere in conto che durante la pubblicità, ti spareranno nel cervello tutta quella roba sulla campagna di sensibilizzazione contro l'alcool, con volti più o meno conosciuti, che per l'occasione si travestono da moralisti e alla sera li trovi in un bar di lusso, a buttare giù shottini con una facilità sorprendente.
    Alcune volte, è capitato anche a noi di alzare il gomito.
    Un pò di birra. Un pò di coca light. Un pò di quelle schifezze varie che farebbero storcere il naso ai membri della casata reale, abituati a infracidirsi d'alcool e a nuotare tra gli scandali come in aperta piscina.
    Hmmm.
    Inutile dire che Clare non approva e se avesse l'opportunità di sbirciare nel buco della nostra serratura mi spaccherebbe il culo perché è straconvinta che se Kris si fa un cicchettino di troppo è merito del sottoscritto.
    Sono io il tentatore, l'irresponsabile, quello capace di tutto e le volte in cui piazzano nel web le foto in cui sembro assonnato, spacciando la mia stanchezza per una sbronza, avverto il suo fiato sul collo, anche a chilometri di distanza.
    - Rob, dimmi che avevi bisogno di riposare...
    Sbuffo e rispondo automaticamente: - Avevo bisogno di riposare. Cambia qualcosa?
    - ...E quelle foto...? Non avevi una bella cera....
    - Mamma...ero stanco. Dormivo praticamente in piedi. E sfido chiunque ad avere una bella cera dopo che si è appisolato in macchina due minuti e un'orda di paparazzi lo aspetta al varco, bombardandolo di flash. Lo sai che sto lavorando a ritmi serratissimi. Te lo giuro. Non ero U-B-R-I-A-C-O. Ho solo bevuto una birra...
    Lei esplode in un'esclamazione esasperata. - La birra! Quella ti manderà alla rovina. Ti fa gli occhi gonfi e rossi...
    - Volevi che mi fotografassero con la lattina della coca all'after partydel mio film? Suvvia! Mi avrebbero fatto fare la figura del poppante e ti saresti lamentata uguale...
    - Figlio mio...- Momento di silenzio. C'è sempre un dannato momento di silenzio nel corso di una discussione tra lei e me. La sua voce si abbassa. - Pensi che a me e a tuo padre ci piaccia vederti ridotto uno straccio? Leggere tutte quelle oscenità sui giornali?
    - E a me?!!! Credi che mi vada a genio sapere che anche la mia famiglia mi reputa un debosciato solo perchè cerco di distrarmi? O perchè vado in giro col capello e la barba incolta? Te l'avevo detto tempo fa. Oscenità + giornali si sposano a meraviglia. E il risultato degli addendi indovina qual'è? Mucchi di carta straccia, che servono a pulirsi il-
    - Rob!!! - m'interrompe lei, in un tono che non ammette repliche.
    Respiro. Inspiro. Decido di tagliare corto. - Abituati a mangiare l'immondizia, mamma. O diventerai matta...come ho rischiato di diventare matto io.
    A quel punto, la sento singhiozzare e chiedere a Lizzie o a Vicky un fazzoletto.
    Non cambierà mai. E'sempre la Clare ansiosa che dubita e si fa sangue amaro per delle minchiate.
    Vorrei che mia madre mi comprendesse meglio di quanto si sforzi, ma ok...va bene.
    Era previsto.
    Lei è destinata a vivermi in differita, a leggermi fra le righe di una rivista, ad ascoltare le mie giustificazioni al telefono. A malapena, è in grado di comprendere cosa sia un buco nel ventre, un eccesso di malinconia e che effetto abbia su di me la rabbia repressa.
    Non ho mai capito cosa ci faccio qui.
    Cosa ci fa Kristen.
    Perché ci ostiniamo a resistere, a combattere, a parare i colpi.
    In questa porcata di universo, dove la galassie somigliano a uomini ingessati e le metropoli dei ricchi puzzano di soldi e catrame, o segui la legge della giungla, o ti macellano. E' tutto legato all'apparenza, alla faccia pulita che la Nazione vuole attribuirti, nonostante i santi esistano solo in Paradiso. E quando le telecamere si spengono, avverti il bisogno di resettare la tua minuscola vita, di rifarti il login e urlare forte perchè sei cosciente che per il resto della serata non fingerai di essere miss o mr perfezione o di stupirti se qualche interlocutrice maliziosa, ha la faccia tosta di chiederti con quanta frequenza scopiamo giornalmente.
    Giocano con la mia pazienza, sperando che faccia un passo falso e dia loro lo scoop che cercano. Mi pedinano, mi fotografano sotto al naso. E non temono una mia reazione. O che li denunci. Si divertono a farmi camminare sulla corda, attribuendomi trombate memorabili con ogni esemplare femmina del pianeta.
    Su Kris, ci marciano pesante. Scrivono che si comporta da diva, che i colleghi la isolano, che è lesbica, che è incinta tre volte ogni due mesi, che rompiamo, ci cornifichiamo e ci ri-fidanziamo alla velocità della luce, che dovrebbe andare al lavorare al supermercato invece di lamentarsi dei paparazzi che la inseguono...
    E lei li ringrazia sentitamente, tirando in su il suo bel dito medio.
    Mitica, la mia baby.
    Ho le foto collezionate in sequenza, nel mio book personale. Quella a Montepulciano, scattata durante un pranzo all'aperto con Dakota e Ashley, è la mia preferita. Il preludio di una lunga sequela di vaffanculo alla maniera degli Stewart, che oggi si è trasformato in un solido tam tam sui social networks.
    Per quanto mi riguarda, provo a seguirla nei limiti, passandomi le dita tra i capelli, in maniera tale che il medio sembri sbucare a caso dalle ciocche e sia oggetto di svariate supposizioni.
    Non è facile, offendere discretamente quelli che ti perseguitano.
    Gestire la tua esistenza, anche se hai un team che 24 ore lavora dietro le quinte per alleggerirti il carico, diventa un'impresa ardua via via che i mesi si sommano agli anni e scopri che metà della tua anima è finita nella roba sporca dal giorno in cui hai firmato un contratto con gli zeri ed hai accettato le conseguenze.
    Solo chi sguazza nella merda, può capirci.
    Neppure ai tuoi familiari o al tua cane è concesso un tale privilegio, perchè da un figlio e da un padrone si pretende il meglio.
    E sbroccare non è il meglio.
    Kris ha meno problemi nel farlo. I suoi, se possono, sbroccano. E lo fanno mantenendo intatta la dignità. Hanno le palle. E hanno messo al mondo una figlia con gli attributi d'acciaio.
    Fossi stato io, avrei spifferato la nostra storia secoli fa, per la gioia di chi ci ha creduto sin da tempi non sospetti, che in fin dei conti erano...altamente sospettosi.
    E se ho del sonno arretrato...addio. Sono capace di ironizzare sul mio liquido seminale e sull'acquisto delle mie mutande con una naturalezza tale da lasciare interdetto anche il più navigato degli intervistatori.
    - Allora, Rob. Ti vedo un pò assonnato, eh? Ti hanno appena tirato giù dal letto?
    Eccomi là. Seduto comodamente in poltroncina, col mio bicchierone di caffè annaquato, l'aria poco intelligente e il corpo che sta ancora sotto le coperte. Inizio a ridere, poi mi faccio serio e ne sparo una delle mie.
    - Esattamente. Fatico a pensare di essere qua, adesso. E' un pò come quando semini il tuo sperma più volte al giorno, regolarmente. Non connetti col cervello...e pensi che a furia di farlo, ti cascherà il pene...
    Dietro le quinte del Press Junkets, Nick si era schiaffato le mani in faccia e i cameraman, che riprendevano la saletta da diverse angolazioni, si fissarono l'un l'altro, domandandosi se al posto di una bella dormita non mi fossi fumato una bella canna.
    Ma ero solamente...spompato. Le riprese di Water for Elephants richiedevano energie fresche, un fisico scattante, e la promozione di Eclipse mi portava, quasi in contemporanea, a far da prezzemolo in tutte le trasmissioni che fondavano la loro esistenza su statistiche e indici di gradimento.
    E questo è il motivo principale per cui io e Kris stiamo così bene.
    Ci compensiamo al bisogno, ricevendo e prendendo senza esclusione di colpi.
    Anche l'impatto col pubblico è maturato.
    Ora, abbiamo scovato una maniera di comunicare davanti alla platea, usando il nostro personale alfabeto morse.
    Se lei nota che sto ridendo troppo, intuisce che sono in fase "apri libro e confessa le tue sofferenze", quindi interviene cambiando discorso e mi salva in corner le chiappe.
    Se, invece, sono io a sorprenderla mentre si gratta sotto il mento, accavalla una gamba e inizia a far tamburellare il piede, capisco che il nervoso si è attaccato al suo orologio biologico e cerco di rassicurarla, dandole una leggera paccata col ginocchio.
    Sempre senza farmene accorgere.
    Ok.
    Se ne sono accorti tutti, durante lo show di Kimmel.
    E il fandom che ci appoggia ha fatto ruotare sul web strascichi e strascichi di video in cui hanno zoommato, infiocchettato, incorniciato, il momento in cui mi sono sporto verso di lei e l'ho tamponata gentilmente, pensando di farla franca.
    In realtà, mi piace che agli altri risulti palese l'adorazione che ho per Kris e che lei sia l'unica a prendermi in tutte le salse. Soprattutto nell'attimo in cui butta via le scarpe sul tappeto rosso e Ruth la fulmina con un'occhiataccia. O quando si concede una birretta ghiacciata. O quando intinge le dita in una coppa di baylis e me le mette in bocca, schioccandomi un bacio al volo, chiedendomi se ho sete e voglia di succhiarle i polpastrelli.
    - Fammi divertire, amore....fammi dimenticare....
    - In qualunque modo? - Permetto al suo indice di entrare nel palato e di sgusciare dentro e fuori come in una masturbazione lenta e seducente dell'intera falange.
    - Lo sai che mi fido di te....- Ammicca lei, sfoderando il suo sguardo arrapante. Gli occhi verdi che brillano d'eccitazione sono una bomba per i miei buoni propositi.
    - Piano inferiore o superiore? - Le sorrido, passando la bocca e la lingua dal medio fino all'anulare, per poi leccarle il mignolo e scendere lungo l'interno del palmo.
    - Perché scegliere?- Si attacca col seno al mio torace e mi parla sottovoce, casomai il mio arnese non fosse abbastanza sveglio.- Possiamo vagliarli entrambi...
    E'tremendamente erotico ubriacarsi così, in luoghi strani come un caravan, una suite a porte spalancate, in veranda, nella coda di un aereo appena decollato, alla vigilia di qualche meeting o un quarto d'ora prima che inizi una trasmissione televisiva in cui sei chiamato a fare l'ospite d'onore.
    A una mano sinuosa che s'infila nei pantaloni e imbratta di liquore freddo la tua erezione, non puoi dire di no.

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    Stare insieme, è stata la nostra salvezza.
    Aiuta a ingoiare il groppo in gola. Aiuta a non vedere lo schifo....a non scoppiare.
    E anche a digerire, magari con una bella sbronza decisa a tavolino dopo una giornataccia piena di impegni e sorrisi impomatati.
    Peccato che in America si scandalizzino non appena i paps ti flashano all'uscita di un bar, con l'aria allegra, assieme agli amici, allegri pure loro, e il giorno seguente ti ritrovi nell'anteprima del tg, catapultato fra pance da gravidanza, omicidi passionali e beghe politiche.
    Appendono una tua foto, persino al cesso pubblico. In quello delle signore, per farle sbavare e in quello dei signori, affinché ridano del tuo degrado e una volta a casa ribadiscono alle povere mogli che il loro idolo è un tossico, un ubriacone, un uomo perso.
    E'tutto figo all'inizio, ma quando la discrezione supera la tolleranza....allora i guai chiamano guai.
    Nel dicembre del 2008, Life&Style mi aveva sbattuto in copertina, scrivendo a caratteri cubitali che la produzione della saga era preoccupata a causa dei trascorsi immorali della loro star e del triangolo proibito che si era venuto a creare sul set, fra i due protagonisti, con Angarano in veste di cornuto vigile.


    Commisi degli errori madornali nel rilasciare interviste a destra e a manca.
    Non ero pronto a inibire me stesso e a sfalsare la mia esistenza unicamente per compiacere il folto gruppo di ragazzine in pubertà avanzata che aveva idealizzato in me l'Edward Cullen dei sogni.
    Alla domanda: - Raccontaci del tuo passato, quando a Londra dividevi l'appartamento con il tuo amico Tom Sturridge...
    Risposi candidamente: - Era un periodo molto difficile. Non era facile trovare lavoro e i soldi scarseggiavano. Un po' per scaldarci, un po' per tirarci su, per un anno abbiamo passato ogni sera ad ubriacarci. A salvarmi è stato Harry Potter...
    Con Twilight nei cinema, che accaparrava il pubblico a ciuffate, ignoravo il peso che mi sarei portato dietro in futuro e chiacchieravo a ruota libera, senza preoccuparmi che mensile di spicco come il Best potesse cogliere del marcio nella mia dichiarazione, volgendola a proprio vantaggio. Così, una notte, mi lasciai sorprendere fuori da un bar, con Tom e alcuni musicisti vecchia data. Avevamo bevuto, al solito, e c'incamminavamo verso l'auto parcheggiata dall'altra parte della strada.
    Un paps mi riconobbe e fischiò al suo collega. - E'lui! E' lui! Lo riconosco dai capelli. Facciamoci sotto e ci portiamo a casa un bel pezzo di pane e dei bigliettoni...
    - Pattinson, guarda qui! Dritto nell'obiettivo! Sorridi!
    Cominciarono a scattare finchè non ebbi la splendida idea di lasciarmi avvicinare e rispondere alle loro banali domande.
    Uno del gruppo se ne accorse. Mi tirò per la manica del giubbotto e con uno sguardo che la diceva lunga mi fece cenno di sbrogliarmela.
    Ero in procinto di entrare in auto, quando una bruna, mezza fatta di chissà cosa, si fiondò tra me e la portiera, mi prese il mento tra le mani e cercò di baciarmi alla sprovvista.
    I paps scoppiarono a ridere sguaiatamente, complimentandosi con la donna per lo spirito d'iniziativa. E rise anche lei, con tutta la brigata che l'accompagnava mentre io, imbarazzato, m'infilavo nella vettura e una digitale riprendeva la nostra partenza.
    Mi sentii un pagliaccio da circo, allora.
    Ignoravo che il video sarebbe stato postato su you tube, associato a tags che facevano rima con parole tipo: drunk, kiss, fan e boiate varie.

    Rivedermi fu una mazzata.
    Il video aveva raggiunto il top dei visitatori, i commenti negativi sulla mia persona si sprecavano e la moderazione del sito non li riteneva sufficientemente ingiuriosi da rimoverli.
    Era assurdo che stesse capitando a me ciò che in passato avevo visto capitare ad attori del calibro di Mel Gibson, Russel Crowe, Sean Penn, finiti in gattabuia per aver preso a ceffoni e calci dei fotografi esageratamente curiosi. Cosa c'è di male in una persona che cerca di difendere la propria privacy?
    Dove sta scritto che se reciti in qualche pellicola, devi sorbirti le intrusioni degli estranei nella tua vita?
    L'eccessività delle domande e la scarsità delle risposte che ricevevo, mi portò ad allontanarmi dalle feste mondane alle quali la Summit mi costringeva a partecipare.
    Bevevo per mandare giù quel groppo in gola, quell'amore per lei che cresceva e si moltiplicava smodatamente.
    Sapevo a chi dovevo imputare i miei casini, ma se Kris si trovava nei paraggi e la sua voce percorreva il cavo telefonico, perdevo la cognizione degli eventi.
    - Robert...è per il tuo bene. Mio padre ha detto che smuoverà mari e monti pur di nuocere alla tua carriera se continueremo a vederci. Lui è potente. Potrebbe arrivare a fare qualsiasi cosa. Se ne frega di nuocere alla Summit. Ti prego...non cercarmi.
    John Stewart, produttore televisivo ed ex colonna alla Fox.
    Un pesce grosso, insomma.
    Era stato lui il mio nemico numero uno, prima di Michael, che si ritirava a frignare dietro ai suoi pantaloni tutte le volte che i giornali scrivevano che Kris sorrideva solo quando mi trovavo nel suo raggio d'azione e che, insieme, eravamo capaci d'isolarci nel pieno di una conferenza a stampa.
    Aveva le carte giuste, i contatti giusti e conosceva strade e vicoli oscuri di Hollywood meglio della google maps.
    Nick mi aveva avvertito. Non gli diedi retta e le conseguenze lievitarono, assieme agli articoletti di bassa lega e alle critiche di quelli che definirono Twilight un horror in salsa rosa, legato irrimediabilmente alla figura di un vampiro che, al drink of blood, preferiva le bionde dell'Haineken.
    Il mio menager aveva consumato il pavimento a furia di camminare dalla cucina al salone, dal salone alla veranda, col cellulare attaccato al timpano, mentre cercava di contattare chi avrebbe potuto aiutarci a tenere a galla la zattera.
    Bastava ammorbidire le voci e Nick, in questo, era un maestro. Mi fidavo di lui.
    Meno della mia ombra.
    Mi rintanai nella stanza e mi gettai a peso morto sul letto disfatto, accanto alla mia chitarra e a un mozzicone d'hamburger, avanzato dalla sera precedente.
    Non mancava il posacenere, pieno zeppo di cicche e cenere, e uno spartito sgualcito, sul quale era stato irrimediabilmente versato del caffè.
    Un disastro. La mia vita stava rotolando e io le andavo dietro come un idiota.
    - Kris, non è giusto che ti obblighi a stare con lui. Tu non vuoi Michael. Tu vuoi me, cazzo. Proviamoci, almeno. Non sarò un santo, ma a te ci tengo.
    - Rob, possibile che non capisci? Questa è la tua grande opportunità! Da quanto l'aspettavi? Vuoi che vada tutto in fumo? Vuoi giocarti le palle per me? Bhè...mio padre è disposto a fracassartele quelle palle, se gliene darai motivo. Hai visto di cos'è capace. Non lo provocare, per favore...
    - Voglio parlarci con John. Deve ascoltarmi, cazzo. Non può sbattermi fuori senza avermi detto in faccia che non sono degno di sua figlia.
    - Impossibile. Si rifiuta di vederti. A casa evitiamo di nominarti. Mia madre sta cercando di fargli cambiare idea....ma niente. Tra me e lui c'è un muro, adesso. Non ci rivolgiamo la parola. E'sempre di pessimo umore.
    - Allora parlerò con Michael.
    Bella battuta. Mi era uscita di bocca come un residuo di gas nell'intestino.
    Kristen aveva riso brevemente, quella volta. Con lo stesso groppo in gola che prendeva me, quando le paranoie lievitavano. - Ci faresti a cazzotti. Ti conosco...
    - Se continuo a girarti alla larga e a fingere che non ti conosco...farò a cazzotti con chiunque mi capiti sotto tiro...
    - Ti prego, Rob. Fallo per me. Aspetta che si calmino le acque.
    - E quando si calmeranno? – le domandai, quasi nevroticamente, stritolando nel mio palmo il cellulare. - Fra qualche giorno ci sarà la premiere a Los Angeles. So già che non ti staccherò gli occhi di dosso...Ho bisogno di vederti. Di toccarti. Di parlarti. Da solo.

     
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  2. giorgiet
     
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    wow!!!!non so che dire è fantastica!!! bravissima veramente!!!mi piace molto come riesci a descrivere i pensieri di robert...meravigliosa!
     
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    Grazie, Giorgiet...
     
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  4. antonel89
     
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    brava brava complimenti!! mi sembrava proprio lui ke parlava !!!!
     
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  5. ChIaRa__88
     
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    Salve ! Allora a me piace qst fic.. è bella... ma sappiate..., e non mi ammazzate.. ke lor sue li prefersico livello profesionale perchè mi trasmettono mlte + eozioni! Parere personale soltanto! :)
     
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4 replies since 23/11/2010, 18:07   144 views
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