IL REGALO MIO PIU' GRANDE

CAPODANNO ROBSTEN

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    Libraia, Scrittrice e Promoter Culturale

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    28 dicembre 2009. Paparazzi a London City.
    "L'aria di casa ti farà bene, Rob. Tanto a Londra vanno di moda solo gli scandali reali. Potrai rilassarti a meraviglia, scordarti delle grida isteriche e quei dannati flash...Almeno finchè dura la vacanza."
    Le ultime parole famose.
    Sono volato via da Los Angeles per trascorrere il Natale nella mia terra e godermi i suoi spazi prima di riprendere a lavorare in trasferta con il Bel Amì di Maupassant, ma neppure Londra è riuscita a proteggermi.
    Vabbè...ci speravo.
    Ho bisogno di aggrapparmi a delle convinzioni quando lo stress arriva nei pollici, e una casa, dove ogni essere umano normale dovrebbe sentirsi libero di girare in pantofole o farsi una doccia senza essere spiato da una ragazzina appollaiata sull'albero, era il motivo principale che mi ha spinto ad affrontare un viaggio in aereo nonostante le nevicate.
    Avrei rivisto mia madre, mio padre, le mie sorelle. Il mio letto. Tutti gli amici di vecchia data. Invece i paps mi hanno rovinato la festa anche stavolta, individuando la nostra abitazione e coinvolgendo nei loro scatti alcuni membri della mia famiglia.
    Click . E ancora click. Una raffica di click.
    Mia sorella si è girata verso la strada, attirata dalle risatine fastidiose di chi ci ha scoperti. Non ha visto nulla. Ovvio. Gli obiettivi sono sparpagliati qua e là, come tante mosche su foglie di zucchero.
    A occhio nudo è impossibile individuarli.
    Dopo un'ora, le foto appaiono in un sito di gossip.
    Apriti cielo!
    Victoria se l'è presa perchè sui tabloid l'hanno scambiata per Lizzie, scrivendo a caratteri tondi che l'attore di Twilight era stato pizzicato con una bionda non proprio bellissima.

    Peccato che la bionda in questione fosse mia sorella e che come qualsiasi donna si sia sentita urtare dai commenti rilasciati dalle mie fans sotto l'articolo.
    - Quella è Victoria? Che delusione...!
    - Mamma mia...io faccio più figura di lei!
    - Che stivali ha? Li ha comprati a ribasso?
    - La immaginavo più stilosa...
    - Guardate Robert! E'il più alto...che figaccione!
    - Ha preso da Richard il naso e le sopracciglia!
    - Il padre me lo ricordavo più giovane...sarà mica il nonno?
    - Ha le stesse rughe sulla fronte...
    - Rob si è seduto dietro. Chi c'è vicino a lui? Perchè portava un cappotto nero da donna sul braccio? Va all'eroporto?
    - Quel cappotto sarà mica di Kris?
    - Certo che è di Kris. Quella racchia della sorella ne ha uno col collo di pelliccia...!
    - Sarei curiosa di vedere Lizzie...lei è sicuramente più carina. Victoria non mi piace. I geni del fascino sono andati tutti a suo fratello...
    Stronzi.
    Li piglierei a calci in culo se mi capitasse l'occasione. Altro che filosofia.
    Quando il muro della privacy viene abbattuto abusivamente non ci sono insegnamenti zen che tengano.
    Risultato? Vic ha messo il broncio e ha minacciato di spedire il portatile all'altro mondo.
    - Sono stufa marcia di fare la parte della befana mentre tu sei il bellone di turno anche quando vai in giro come un barbone!
    - Smettila di fare la lagna. Non puoi essere perfetta ad ogni inquadratura...! Prendi me! Ci sono delle foto in cui sembro uno scemo nato! Roba da incubi...
    - E 'inutile che ci giri intorno! Le tue fans ti salterebbero addosso anche se puzzassi di pesce!
    - Bhè...la frutta di mare è afrodisiaca...
    - Taci, brutto scimmione! O ti pianto in bocca lo stivale...
    - Vicky...non dire queste cose a tuo fratello. - interviene mia madre, comparendo in soggiorno giusto in tempo. Ha appena sfornato una torta alla melassa, guarnita di crema pasticciera, panna e fragole in cima.
    Mi viene l'acquolina.
    - E lui che mi provoca!- incalza l'altra, sprofondando a braccia conserte sul divano a due piazze davanti alla tv. Afferra il telecomando e inizia a fare zapping in maniera incontrollata. - Al diavolo il cocco di casa...
    Povera Vic...mi fa morire dal ridere quando sbuffa come una ciminiera e si attacca a ogni minima cosa che possa riempirle lo stomaco. A quel punto divora di tutto, dal pudding ai pop corn, e prima che abbia il tempo di valutare le sue mosse si è già fiondata sul burro d'arachidi.
    Il mio "lecca e fuggi"preferito.
    C'è una scorta di barattoli in frigo ma temo non durerà fino al week-end. Ha troppo sangue acido da smaltire e lo strascico di questo natale se lo porterà dietro finchè non andrà a posare per un nuovo book fotografico e non ultimerà le tracce del suo nuovo cd.
    Almeno si sfoga con la musica.
    Io non ho il tempo di suonarla, la mia chitarra.
    Devo dribblare la gente e cercare di filare all'esterno passando per il garage.
    E' da una settimana che non mi raso, un pò perchè mi secca, un pò perchè vorrei passare inosservato un pò perchè...sono fatti miei.
    Ho addosso lo stesso guardaroba di ieri: jeans a vita bassa, un paio di nike nere, la canotta smangiucchiata, la camicia fregata dal set di Remember Me e il bomberino blu...lo stesso che misi l'anno scorso, appena comprato, con tutte le etichette che sparavano fuori dal colletto, compresa quella del prezzo.
    - Robert Pattinson si è rifatto il guardaroba? Cosa bolle in pentola per il bel vampiro? Avrà trovato l'amore?
    Oppure:
    - Robert e le camicie. L'attore 23enne si è presentato allo show con i bottoni agganciati di traverso. E'la moda british o forse c'è stato un incontro focoso dietro le quinte?
    Uff.
    Uno non può neanche cambiarsi le mutande che cominciano a speculare.
    Vado sempre di fretta, come se avessi un diavolo alle calcagna, e talvolta il mio baricentro si muove più velocemente di me. Non collego il mio cervello alle asole e una volta, proprio sul set di Remember Me, ho recitato con la cerniera aperta.
    - Chiudi il negozio, Rob...non siamo ancora in pausa pranzo e le gioiellerie aprono nel primo pomeriggio...- La faccia del mio collega era tutta un programma.
    Morii dalla vergogna, quella volta, e cercai di mettermi di lato per tirare su la zip prima che qualche paps intercettasse il mio gesto. Non mi andava di essere sbattuto in qualche racconto a luci rosse solo per essermi dimenticato di sistemare i pantaloni una volta sgattaiolato fuori dalla toilette.
    - Ho fatto un'intera ripresa in questo stato...? Oh cazzo...
    - Appunto. Le ragazzine laggiù hanno l'aria di volerti violentare...se si dovessero accorgere dello stato in cui giri abbatterebbero le transenne...e si scipperebbero la mercanzia. Ahahhaha!!!
    Risi anch'io e per un nano secondo riuscii a mettere da parte la mia frustrazione.
    Non rinnego il clamore che mi circonda. Né le scene di fanatismo che Edward Cullen scatena fuori dallo schermo.
    Ci mancherebbe. Ho scelto questa vita con tutti gli annessi e i connessi.
    Mi secca solo essere fotografato da mattino a sera, mentre mi gratto il naso o cammino sui miei piedi.
    Alla premiere di New Moon, a Parigi, stavo per inciampare su uno scalino.
    Faccio delle figure di merda, l'ammetto, ma questo mi aiuta a non perdere la testa, a restare ciò che sono. Un Robert come tanti Robert, vittima di un'eccessiva adorazione.
    Spesso fingo di non vedere la spazzatura che inonda il web anche se non tutto è sporcizia.
    Di recente ho letto dei commenti circa il mio modo di vestire e mi sono scompisciato dalle risate.
    - Ma Rob si porta dietro il baule?
    - Uahahhahah....sembra una cipolla così conciato. Maglietta, camicia, giubbotto, cappotto dello zio, berretto da nostromo, cappuccio...
    - E come cavolo fa a farsi entrare tutto?
    - Secondo me va a tentoni...apre l'armadio e prende la prima cosa che gli capita...
    - Guarda! Ha messo dinuovo la maglietta della Vodka...ci sono le riprese col filo blu...
    - Ma che c'azzecca il filo blu se la stoli è grigia?
    - Mah...si rinaccia anche i pantaloni usando lo stesso cotone...con tutti i soldi che ha potrebbe comprarsene di nuovi...
    - Girls...! Rob ha urgente bisogno di una donna che gl'insegni a girare per negozi! Mi sacrifico io.
    - Ehi tu, cocca! Mettiti in fila! Precedenza alle anziane...uahahhahahh!
    Assolutamente comico...e assolutamente VERO.
    Mi manca il tempo di assemblare il calzino alla t-shirt o la t-shirt al berretto o il berretto alle scarpe.
    In Inghilterra, poi, ognuno fa come vuole e se ne infischia dei giudizi.
    Forse è solo una scusa. Forse voglio solo nascondere me stesso, proteggermi e proteggere chi amo.
    Forse è solo la mia identità che cerco...per non sentirmi incatenato all'immagine di uomo perfetto di Edward Cullen.
    Sono un ragazzo apparentemente normale, con braccia, gambe e naso anche se il mio metro e ottantacinque non mi permette di mischiarmi alla folla e salire sui taxi senza che qualcuno non mi allunghi un pezzo di carta e mi strappi un autografo.
    Per questo mi lascio andare. Per mimetizzarmi all'ambiente, per sentirmi a mio agio... e sparire.


    Una nuova palla di pelo.
    Quest'anno, il Natale è stato generoso.
    Victoria ha regalato a Lizzie uno shih-tzu adorabile, con gli occhioni blu, le zampette corte e il pelo cascante sul tartufo. Le mie sorelle gli hanno fatto un cappottino su misura e lo coccolano da mattino a sera.
    Si chiama Parker...26 centimetri di lunghezza e affettuosità.

    Sbatuffola attorno ai suoi padroncini ma quando è l'ora della pappa nessuno lo stacca dalla sua ciotola.
    Mia madre lo tratta come un figlio perchè i cagnolini sono di casa qui da noi.
    Vederlo scorrazzare in corridoio o in giardino mi crea un'emozione fortissima.
    Patty, il mio westie terrier, era come lui. Un antidepressivo vivente.
    Chi se la scorda? Ho ancora nella testa i nostri giochi, le coccole che ci facevamo a vicenda, quando andavo a trovarla nella sua cuccia o quando lei saltava sul mio letto e mi leccava la faccia per svegliarmi all'alba.
    Mi mancano quei momenti di vita reale. Mi manca la mia compagna di pelo, la sua linguetta rosa e quel batuffolo di riccioli bianchi che scodinzolava perennemente ai miei piedi, facendo trillare il campanellino sul collare.
    Avrei voluto che Kris la conoscesse ma l'anno scorso la nostra storia era ancora in alto mare.
    Pazienza.
    Tutto è cambiato. La mia esistenza è cambiata. Il mio stipendio è lievitato, assieme alle richieste di lavoro. E sono lievitati i fotografi, i flash, le attenzioni smodate dei fans, le urla isteriche delle ragazzine, comprese quelle delle mamme.
    Nessuno di loro è mai contento di nulla.
    Non gli basti. Se potessero, si prenderebbero anche il mio midollo osseo.
    Quando ho sentito i click in giardino, mi è salita la pressione.
    Maledetti paps!
    Cercano lo scandalo e mi flashano a tutta birra, sperando che da qualche parte, da sotto il taschino spunti la testolina di Kristen Stewart o di qualsiasi altra donna che non abbia a che fare con le femmine della mia famiglia.
    Mai.
    Hanno avuto in pasto la mia vita, ma il mio cuore se lo scordano.
    Quello è mio. Soltanto mio. I giornali sono già zeppi di porcherie.
    Click. Click Click.
    Almeno non li faccio morire di fame.
    Uhm...
    Addio vacanze, comunque.


    29 dicembre. Il cuore non ubbidisce.
    Notizia del giorno.
    Un gruppetto di ragazze si è da poco assiepato davanti al cortile, in attesa che esca a sorpresa per una boccata d'aria. O che rientri da una baldoria, com'è giusto che sia alla mia età.
    Sono una cinquantina ma ne basterebbero anche di meno a farmi sclerare.
    Per fortuna non mi trovo in casa.
    - Rob, evita di tornare stanotte! Qui c'è un casino terribile...- La voce di Lizzie al cellulare sfida l'ultrasuoni. - Sto cercando di convincere nostra madre a non uscire con delle bevande calde...
    - Trattienila, ok? Usa la forza se necessario...! - Stavo agitandomi anch'io, mentre una mano calda e soffice s'intrufolava nel mio giaccone e un corpo snello si agganciava al mio fianco.
    - Lo sai com'è fatta! E'più testarda di un mulo! Se non fosse stato per me, le avrebbe ospitate in casa! Le tue ammiratrici sono tutte matte...hihihihi.
    - Cazzo, Lizzie, smettila di ridere. Impediscile di commettere questa pazzia...! Te l'immagini che casino? Non voglio che la nostra casa si trasformi in un mothel per gli ormoni. E stai in campana, per favore...
    - Che vuoi dire?
    - Parlo del tuo account su Fb...è più affollato di un mercatino di chincaglierie.
    - Rob, non ti scaldare...sarò prudente con le mie friends, vedrai. Ho la bocca cucita. Mica sono la zia...non venderò le tue foto col pannolino.
    - Se ti piglio....
    - Mi sculacci, lo so.
    - Peggio.
    - Ok, mia adorata "Claudia"...ubbidirò.
    - Lizzie...lo sai che Parker va matto per le tue scarpe...- Lascio sfumare minacciosamente la frase. La persona accanto a me, ride e nasconde il viso nella manica del mio giubbotto. - Le ultime che hai comprato ad esempio...quelle con gli strass...e il cinturino in raso...sarebbero un antipasto con i fiocchi...
    Dannate sorelle. Devi sempre scendere al loro livello per farti rispettare.
    Ma sfottere Liz e colpirla nel suo tallone d'achille è un piacere che non ha prezzo.
    - Touche! Sono seria adesso....prometto di fare la brava. Ma molla i miei sandali! Li ho pagati un occhio della testa!
    - Ti faccio nera se ti lasci scappare qualcosa...Lo sai che nessuno si deve impicciare...
    - Tranqui, Rob! Ho chiuso la porta a chiave...nostra madre non si azzarderà a uscire! Vero mamma???
    Clare brontola all'altro capo della cornetta. - Ma poverine...sono in strada con questo freddo...è Natale....
    - Hanno una casa, mica sono randagi! Se non metti giù quei bicchieri ti lego al divano...e per la cronaca...Natale è appena passato. Ok, Rob ci sono....ehm ...ci sei? Qua stanno cominciando a strillare....ti vogliono! Uahhhhh!!!!
    - Che si sgolino pure...
    - Cacchio che emozione....questo posso scriverlo su Fb?
    - Lizzie....porc...
    Non faccio in tempo a concludere che lei mi parla sopra.
    - Bye Robert....goditi il resto della serata!!! Alle tue morose ci penso io...
    Fine telefonata.
    Avevo i nervi a fior di pelle, proprio come una donna incinta. Tutta la situazione era ridicola. A casa non potevo tornare. E dal posto in cui ero non potevo uscire. C'era una fila di paps all'esterno, armati di macchine digitali e obiettivi a giraffa.
    Mi avrebbero ripreso anche se mi fossi nascosto dentro il mio giubbotto, curvando le spalle e abbassando il viso il più possibile. Marcus Foster si era già volatilizzato assieme agli altri da un'uscita di sicurezza. Ma i click si erano sentiti anche sul retro.
    Il problema però...era un altro.
    - Niente caminetto, stasera eh?
    Mi passo una mano tra i capelli e la guardo dispiaciuto. - Ci dovremo accontentare di un albergo...
    - Mmm....che bella novità! - Si stringe a me e si solleva sulla punta dei piedi per baciarmi. - Fa niente Rob...sono qui per te...non per le tue fans...per la tua casa. Andremo da qualsiasi parte...ma non voglio trascorrere questa notte sola...in una suite.
    La trattengo sulla mia bocca e l'assaporo dolcemente. L'abbraccio, le infilo una mano sotto ai capelli morbidi, tra la nuca e il collo. All'improvviso mi si accende una lampadina. - Avviso Nick di prendere precauzioni....usciremo da qui con le buone o con le cattive...
    - Mm? - Lei mi osserva stupita, sbattendo le ciglia nere. I suoi occhi verdi brillano come se fossero ubriachi ma il pensiero che sia io a ubricarla e non quel pò di birra che ha bevuto mi eccita. - Vuoi fare a cazzotti con quegli uomini? Ti rovineresti la reputazione...
    - La reputazione? Dimentichi che sono morto e resuscitato più volte? Che bevo come una spugna e vado in giro come uno spiantato? A quest'ora potrei starmene bello spaparanzato sul tavolo dell'obitorio, stroncato da una dose d'eroina. L'ennesima...
    - Oh....ma questo alle tue fans piace....ci vanno a nozze con la tua vita disordinata...- sottolinea lei, ammiccandomi. Le sue labbra arrossate mi atttirano da paura.
    - Dubito però che al vertice apprezzerebbero la cosa...
    Il Vertice + teste di legno= ramanzina.
    Porca puttana.
    Quelli si che sono capaci di divorarti in un boccone e con due film in promozione la stampa avrebbe potuto distruggermi artisticamente se mi fossi permesso di far rispettare la mia privacy venendo alle mani.
    Sfoderai il mio sorriso sghembo e mi avvicinai al suo orecchio.

    - Ti confesso che la tentazione di trasgredire è forte....ma non ci sarà bisogno di fare a botte, non questa volta. Passeremo dalle cucine, Kris...semplice.
    - What...?
    Le sorrido sulle labbra e m'insinuo nei suoi occhi bellissimi. La sento tremare appena perchè so che la scompiglio dentro quando mi avvicino troppo a lei o quando mi concentro nel suo sguardo, come se volessi leggere tutta la sua anima e bermela in un sorso.- Proprio come Bonnie e Clyde...andremo di terrazzo in terrazzo per sfuggire alla legge...e Nick ci aspetterà a 20 minuti da qui...
    Kris assume un'aria stralunata. Pensa che sia matto o che l'heineken mi abbia dato alla testa.
    - Ma sei sicuro? Vuoi portarmi sui tetti? E se caschiamo giù?
    Scoppiai a ridere pensando a tutte le volte in cui mi aveva dipinto come una frana davanti ai giornalisti. In effetti non ero mai stato coordinato ma sapevo muovere le gambe all'occorrenza e rimettermi in piedi dopo una capriola al contrario. - Conosco a memoria questa città. Potrei attraversare i cornicioni bendato. Infondo alla strada, c'è il localino di un mio amico...Scenderemo dalle sue cucine, sul retro, e ci troveremo in un batter d'occhio nell'auto di Nick.- le spiegai. Nella testa avevo già la mappa del tragitto. - Fidati. E'tutto calcolato. Nessuno ci vedrà, a parte i gatti e qualche musicista stravaccato a terra.
    Lei ricambia il mio sorriso, convinta dal mio tono di voce, e mi circonda il collo. - Sei un pazzo, Robert...un pazzo pericoloso...
    - Pazzo non direi...pragmatico si...pericoloso quanto basta...
    - E ti ho anche detto che sei....eccitante?
    - ...Ma se me lo ripeti più volte nell'arco della giornata non mi dispiace...anzi. - Le appoggio la bocca nell'incavo della giugulare. Mi piace un casino leccarla lì, proprio come un vampiro e Kristen Stewart ha il collo più dolce e più profumato che abbia mai assaggiato.
    Mi manda in pappa gli ormoni.
    Cristo, la desidero.
    Sarebbe una meraviglia spingerla contro un muretto e prenderla come se fossi un gatto in calore. Ma non possiamo correre rischi.
    E'già tanto che il servizio di sicurezza della Summmit abbia funzionato decentemente, qui a Londra e che il lavoro di depistaggio abbia dato i suoi frutti.
    Quasi nessuno sa che Kristen Stewart, l'attrice, è atterrata in Inghilterra...a parte gli organizzatori del viaggio, io, la mia famiglia e il tizio che l'avrebbe prelevata col van.
    Per fortuna l'aeroporto era semideserto alle 2:00 di notte.
    La poca gente che camminava, con berretti sulla testa uguali al mio e le grosse sciarpe colorate attorno al collo, è stata un ottimo specchietto per le allodole. Intercettata Kris con il palmare, io e la mia famiglia ce la facemmo a incanalarci furtivamente in una delle tante uscite di sicurezza e a passare indisturbati.
    - Vai tu, Robert...noi restiamo qui...così non diamo nell'occhio...- mi aveva detto papà, inforcando le lenti per la guida. - Sarebbe troppo sospetto muoversi in gruppo...e ormai non hai più bisogno di noi...Torniamo alla macchina, ok?
    - Ma si! Lasciamo soli Cip e Ciop...dopo 11 ore di volo, la Kris avrà bisogno di coccole...e non voglio fare il moccolo...
    Tra le due, Lizzie è sempre stata quella con meno peli sulla lingua.
    - Concordo, Liz...andiamocene! Così il nostro fratellino famoso potrà calarsi bene nel ruolo dell'innamorato pucci pucci...! Vedi di non consumarcela, Rob! La vogliamo in piedi per Capodanno! See you later!!! Ahahhahah!
    Che rompiballe adorabili! Non ce la fanno proprio a tenere il becco fuori dalla mia vita sentimentale.
    Una cosa, però, l'avevano indovinata.
    Ero su di giri all'idea di riaverla con me dopo cinque giorni di lontananza e il pericolo di poter essere scoperto aumentava vertiginosamente il mio desiderio di possederla.
    Mi ero infilato nel Van, sul sedile posteriore e avevo atteso che l'autista effettuasse le manovre necessarie per portare la vettura davanti a una delle uscite di sicurezza.
    A parte una signora anziana in carrozzella, c'erano una ventina di persone scese dall'aereo con Kris, reduci di un costoso viaggio in prima classe, e nessuna di loro mi era parsa interessata all'identità del minuto scricciolo che avanzava a passo svelto nella mia direzione.
    Aprendo l'anta scorrevole del van, ero balzato velocemente giù per attirarla fra le braccia.
    - Che faccino stanco....- le avevo sussurrato accarezzandole le guance e deponendole dei piccoli baci sulla fronte e sulla punta del naso.
    Lei si era sciolta sotto le mie effusioni.- Mm...Robert...mi sembrava di non arrivare mai...- Con le labbra mi aveva sfregato i palmi. - Sono tesa...ho i nervi che scricchiolano...e due occhiaie peste...buff!
    - ...L'albergo dista a pochi minuti da qui...e ho dato disposizione affinchè ti preparassero un bel bagno caldo...- Inavvertitamente avevo chinato la testa sul suo visino pallido e quando mi ero ritrovato a pochi millimetri dalle sue labbra, l'avevo baciata.
    - Magnifico...un bel bagno caldo....è quello che mi ci vuole...- aveva risposto lei, dolcemente, unendosi al mio bacio e alla mia lingua. - Mi darai una mano a passarmi la spugna, vero?
    Vibrai al tono insinuante della sua voce e mi vidi nell'acqua, in mezzo alle bolle profumate della vasca, infilato tra le sue cosce. - Contaci....
    Osammo troppo quella notte, convinti che l'oscurità ci avrebbe aiutato a mimetizzare il contatto delle nostre labbra.
    - Oh! Sarà mica RPattz quel ragazzo tutto incapucciato?
    - E quella è la Stewart? Ma siiiii! Non può essere che lei!!!
    - Oh My god! Oh My God!!! Sono assieme!!!! Scatta una foto! Scatta una foto! - La voce concitata di una ragazza ci aveva costretto a drizzare le teste giusto in tempo per vederla strattonare il braccio dell'amica.
    - Accidenti... non riesco a trovare il tasto della fotocamera!!! - aveva gridato l'altra mentre trafficava col cellulare e spingeva le dita tremolanti sui pulsanti.
    - Non può essere !!!! Si baciano!!!! Ohhhhhh!!!! Spicciati!!!! Che emozione!!!! Facciamo lo scoop su twitter!!!!
    - Smettila di gridarmi nelle orecchie! Non sto capendo niente!!!! Questo coso non funziona!!! - L'altra ragazza era in piena crisi di panico.
    - Ma come non funziona? Imbecille! DEVE funzionare!!!! Oh noooo!!!! Stanno andando via!!!!! Presto! Presto!!!!
    In un attimo si era scatenato il bordello.
    Gli altri passeggeri, gli stessi che avevano viaggiato insieme a Kristen senza riconoscerla, attirati dagli strepiti delle due ragazze, accorserono vicino al van tenendo alti i cellulari. - Di qua! Di qua!!! Eccoli! Sono loro!!!! Scatta!!!!
    Afferrai bruscamente Kris per il gomito e la trascinai all'interno della vettura prima che una pioggia di flash a intermittenza calasse su di noi.


    Sui tetti di Londra.
    - Il lupo perde il pelo ma non il vizio, eh?
    - Mi raccomando, Mel...tu non hai visto niente, non hai sentito niente...
    - Sarò una tomba, amico...Cieco al punto giusto e muto al punto giusto... - Mel guarda Kristen e trattiene a stento un risolino. Non sa farsi gli affari suoi ma è fidato. Almeno credo. Non si venderà al primo fotografo in cerca di successo. E poi è un musicista come me. E i musicisti non si tradiscono.
    Cazzo. Oggi non sono più sicuro di niente. Ma devo sbrogliarmela.
    - Quando ci rivedremo...?.- La faccia del mio amico è un punto di domanda.
    Faccio spallucce, temporeggio un pò. Non mi sento in grado di far promesse. Non so ancora cosa sta per accadermi. Se riuscirò a passare il primo dell'anno incolume.
    - Troverò la maniera...Nel frattempo, tieni in caldo la chitarra, eh?
    Con Kris appolipata al mio braccio, saliamo lungo le rampe che dalle cucine di un McDonald's portano dritto al terrazzo.
    L'aria è umida e man mano che si va avanti l'odore della serratura arrugginita s'insinua nelle narici, confondendosi a quello del pollo fritto. Mel afferra la grossa chiave di ferro e la infila nella toppa.
    Un giro a destra e la porta si apre con un cigolio imbarazzante.
    - Buona fortuna...e fate i bravi, mi raccomando...
    - Mel! - Lo fulmino con un'occhiataccia e lui si azzittisce.
    Kris invece se la ride, dandomi una gomitata negli stinchi.
    Restiamo soli, all'aperto, come i due fuggitivi di Alcatraz.
    La porta si richiude alle nostre spalle e il tonfo del cardine ci stona le orecchie.
    Kris soffoca uno dei suoi risolini deliziosi. - Questa non l'ho mai fatta, ti giuro...è così...ehm...surreale...
    - Surreale? Se qualcuno mi avesse detto che un giorno sarei stato braccato come un delinquente e che una rivista autraliana avrebbe scritto a caratteri cubitali che mi vesto a strati perchè sono incinto, lo avrei spedito in una clinica per malati di mente...
    - Ahahhahah....! Quel giornalista doveva essersi fumato una canna...!
    - Tutta la stecca, direi...! Non farmici pensare...
    Smettiamo di ridere e ci abbuffiamo d'aria. In effetti, l'intera situazione era strana. Troppo perfetta per sembrare vera.
    Ma è reale. Io e lei siamo reali. E non dobbiamo rendere conto a nessuno delle nostre azioni.
    In quella storia ci stava tutto: il pericolo, l'avventatezza, il brivido adolescenziale, i bigliettini passati sotto il tavolo durante la conferenza stampa del Comic On....
    Ah, Kiki...mi faceva regredire come un'idiota.
    - Se telefonassi a mia madre e le dicessi che ora ci troviamo in cima a un tetto, le verrebbe un infarto...- mormora lei, con l'emozione di una bambina.
    - E tu non glielo dire...anche se dubito si stupirebbe...
    - Mio padre ti caccerebbe di casa...
    Divento pallido.
    La faccia incazzata di John Stewart è l'ultima cosa che vorrei vedere prima di tirare le quoia.
    - Dubito che possa essere così clemente. Come minimo mi cava gli occhi...poi mi stacca il naso, le orecchie...mi spezza le gambe...
    - Eh, che esagerato! Papà è un tesoro...
    - Con sua figlia...ma con i fidanzati di sua figlia...o meglio...con me in particolare è molto...- Cercai il termine più appropriato e lo trovai prima che perdessi il filo della discussione o che lei mi rubasse la battuta. -...intransigente...?
    Lei ci riflette su.
    Uhm...John Stewart. E'stata un'impresa farmi accettare da lui visto che era pappa e ciccia con Mike. Fortunatamente, Kristen era la sua unica figlia femmina e ho fatto leva sul suo smodato affetto per accaparrarmelo.
    In amore e in guerra, tutto è lecito anche il tentativo di rimorchiare l'attenzione di un tipo tosto come John.
    - So che sei un bravo ragazzo, Rob...ma sta attento...Kris conta su di te e se la deludi...
    Ti distruggo.
    Avrebbe voluto dirmi questo, invece mi ha sorriso, pacchettadomi la spalla.
    Jules, al contrario, si è mostrata subito in vena di coccole. Ce l'ha con i miei capelli, in modo positivo. E io la adoro perchè è una donna che sa il fatto suo, perchè somiglia alla mia Kris...un misto fra l'hard rock e il blues d'annata.
    - So che la mia Kiki è stracotta di te...che non l'ho mai vista tanto felice...tanto serena. Tu me l'hai cambiata dentro...e ora è in grado di affrontare quei mostri della stampa che prima evitava come la peste...
    Ah, Jules. Jules.
    Anch'io sono cambiato grazie alla tua Kiki.
    Ho imparato a essere più riservato con i giornalisti. Almeno ci provo...in compenso odio i paps quanto li odia lei.
    Ci baciamo a stampo, ridendo, e cominciamo a camminare a passo svelto, facendo attenzione a dove mettiamo i piedi. Ci sono alcuni mattoni sfalsati sparsi qua e là e sui tetti londinesi si trova di tutto. Qualche giubbotto stracciato, qualche lattina di pepsi, qualche bottiglia di birra, cicche di sigarette intorno ai comignoli e anche qualche siringa di troppo.
    Con Bobby e Tom ne avevo viste di tutti i colori.
    Alcuni ci morivano lassù.
    Mentre noi suonavamo con i gatti , i ribelli della città andavano sulle alture per vedere Londra un'ultima volta prima d'infilarsi un ago nelle vene e crepare in preda a un'estasi fasulla.
    Nei sobborghi di Soho era facile finire male ma gli appartamenti sono a buon mercato.
    Le tengo una mano mentre attraversiamo i muretti di divisione. Sono tutti di media altezza, facili da scavalcare se ci stai attento ma Kris è agile.
    Io mi sento a un passo dal cielo.
    Sono emozionato, si.
    E lei lo è più di me.
    Si volta a guardarmi, mi sorride.
    E'bellissima sotto la luna bianca, con quei capelli neri disordinati e quegli occhioni che sanno incantarmi.
    Talvolta scoppia a ridere mentre passiamo da un tetto all'altro e un cane solitario ci ulula dietro. E'nascosto nell'ombra, tirato dentro la cuccia da una catena di ferro.
    Probabilmente soffre d'insonnia, come tutti i cani che per la mancanza di un giardino sono costretti a dormire all'addiaccio, lontani dal calore di una casa.
    Giunti all'ultimo tetto, Kris mi lascia la mano e va ad affacciarsi al muretto.
    Trattiene il fiato, lo incamera e sospira.
    Londra sembra emanare una sorta di magia nell'aria ogni volta che le stelle cambiano posizione sull'abbazia di Westminster e il Big Ben sulla Clock Tower sposta in avanti le sue lancette.
    Dal punto in cui siamo, la visuale della città appare completa e il Millenium Bridge sembra un ponte di collegamento fra le anime innamorate che ancora vagano per il Tamigi alla ricerca dell'incontro fatale.
    Si ode distintamente il rumore dell'acqua che scorre avanti e indietro, fino alla foce in cui tutti i pesci affluiscono e danno vita alle leggende metropolitane.
    -Oh Rob...è come se avessi giù vissuto tutto questo...- La sua voce è flebile, una carezza per i timpani. Si volta di tre quarti, mi studia, mi chiede mutamente di avvicinarmi a lei.
    - In che senso?
    - Non saprei...è strano...sono già stata quassù...
    Certo che c'è stata. Con me. Nei sogni.
    Nemmeno a farlo apposta, quel tetto comunica con uno dei Fast Food più frequentati del quartiere. Lo stesso nel quale mi recavo un anno fa, per rimpilzarmi di schifezze lo stomaco.
    Quante volte avevo suonato su quel tetto? E quante volte mi ero affacciato da quel punto, contemplando la città?
    Coincidenza. Pura coincidenza ma eravamo entrambi sull'identico mattone.
    Lei ha le guance arrossate dal freddo.
    Non voglio che geli per un momento di pazzia, così le avvicino i palmi delle mani sul viso e le sfrego dolcemente la pelle mentre lei abbassa le palpebre deliziata e si morde un labbro.
    - Kris...dobbiamo andare...o ti beccherai un raffreddore...
    - Ancora un attimo, Rob....- mugola, tremando nel suo cappottino.
    Più la notte si fa nera, più il freddo aumenta. La temperatura non è rigida. Non fa freddo come a Los Angeles. Non nevica quasi mai ma piove di frequente, il che aumenta il tasso d'umidità.
    Persino adesso delle gocce scendono dall'alto, da una nuvola che nemmeno si vede.
    A Londra piove a intervalli di cinque, sei ore. E se non piove, è l'aria stessa a ricordare ai suoi abitanti che non siamo in Italia, o in piena estate losangelina.
    Eppure lei sembra essersi adattata all'atmosfera. E'un tutt'uno con gli odori, con il brusolio del Tamigi, con le luci delle giostre, con la bellezza di Backingum Palace.
    Mi sorride. Si tende verso di me, i suoi piccoli seni premono contro il mio torace e il suo maglione non basta a renderli inoffensivi. - Non ti arrabbi se ti chiedo un favore?
    Mi viene da ridere. Ho già capito. Vuole giocare. - Ti sembra il caso, Kris? Stiamo scappando se non te ne sei resa conto...e Nick ci aspetta...tempo due minuti e il cellulare inizierà a vibrare.
    Lei assume un broncio da bambina. - Hai promesso di fare il buono sotto le feste...e di acconsentire a ogni mio capriccio...
    - Ma i tuoi capricci potrebbero costarci un bel pò...- le mugolo piano, sfregandole il nasino con la barba. Mi piace pizzicarla a dovere e seminare delle tracce di me sulla sua pelle delicata.
    Kris sospira, riprende il discorso.- Uhm...non ti preoccupare...non ti chiederò di spendere altri 2000 dollari in scarpe e vestiti...- Le sue mani sono già arrivate all'altezza del collo. Le sue minuscole unghia mi stanno grattando la nuca.
    - Kris...è tardi...- brontolo con disappunto.
    Sto per cedere. Me ne accorgo dal modo in cui pungono i nostri cuori.
    Lei inarca il sopracciglio. - Kiss me... - sussurra. La sua voce è roca, respira in maniera affrettata. C'è un'ondata di sensualità che l'avvolge, che mi prende in pieno. - Baciami, Rob...qui, sul tetto...ora. E dopo farò ciò che vuoi. Sarò il tuo cagnolino o la tua micetta. Giuro!
    Ecco, lo sapevo. Mi ha incastrato di nuovo, recitando le battute di New Moon e facendo le fusa come ai tempi di Twilight.
    Non ho il coraggio di contraddirla. Crepo dalla voglia di baciarla. Di stringerla. Mi curvo su di lei, le faccio un pò di ombra sul viso.
    Restiamo a fissarci finchè la superficie fredda delle nostre labbra non si amalgama al fiato e il contatto non ci stimola l'adrenalina..
    Poi lei smette di respirare.
    Io non ho più una testa al momento.
    Sono suo.
    Lei è mia.
    E anche se per averla ho dovuto rendere infelice qualcuno, me ne frego.
    Voglio essere egoista e pensare alle mie necessità, che poi sono le necessità di entrambi.
    Chiudiamo le palpebre, lei si attacca alle mie spalle, mi toglie il berretto, m'infila una mano tra i capelli e li arruffa. Io la sollevo verso di me, prendendola per i fianchi snelli.
    Ci baciamo come due bambini ma poi l'istinto di sopravvivenza ha la meglio e con la lingua guizzo nella sua bocca, cercandole il sapore, la saliva.
    Smettiamo di esistere.
    E restiamo incollati, a limonare sui tetti della mia Londra, sfiorando l'imprudenza mentre il respiro si gonfia nei polmoni e la voglia di qualcosa di più ci fa scalpitare.
    L'anno scorso la pensavo continuamente, sospirando come un ebete per una donna che apparteneva a Michael Angarano.
    L'anno scorso era diverso.
    Dopo il tour promozionale, cercai di strapparmela dalla testa ma sono un capoccione di natura e non mi arrendo facilmente. Non quando una piccola parte di me è convinta di farcela.

    Ero certo che non sarebbe finita con il film, che lei mi avrebbe voluto con la stessa intensità con cui la volevo io. Presto o tardi ci saremmo arresi entrambi all'evidenza.
    Era questione di mesi.
    Di ore.
    Sapevo che un giorno sarei salito con lei sui miei tetti e l'avrei baciata sotto le mie stelle, tra i gatti in cerca di fusa e i lampioni della Londra antica, sempre pronti a gettare una cortina giallastra sulle case e a proteggere l'amore da chi non ha mai creduto in esso.


    1° gennaio 2010. Il Regalo più grande.
    Siamo qui, io e lui, stesi davanti a un camino acceso, con i calici svuotati sul pavimento mentre i fuochi pirotecnici invadono a raffiche il cielo e la gente strepita sulle spiagge.
    Nessuno sa che ci troviamo in un'isola che porta il nome di una canzone.
    Ho spento il cellulare per evitare che mi contattino.
    Niente voci estranee. Niente rumori o pettegolezzi.
    Ne correranno a fiumi sui twitters di domani perchè prima di approdare a Ventnor, una bambina bionda ci ha sorpresi al supermarket di Somerfield, invitandoci a posare per una foto.
    Potevamo rifiutarci?
    No. La piccola era un amore.
    Ci siamo dati il cambio, alternandoci alla macchina fotografica.
    - Fregati in pieno...- pensai mentre inquadravo la bambina che rideva sardonicamente accanto a un Robert incapucciato come Babbo Natale.
    - E ora...che scusa c'inventeremo? - La faccia di lui era tutta un programma.
    - Mah...che mi trovo a Londra per il Boxing day?
    - Non regge. Anche se sarebbe da te volare da un lato all'altro del continente per comprarti un D&G a metà prezzo...
    - Non amo lo sperperio...
    - Però ami me...e questa piccola peste ci ha sgamati...l'ho sempre detto che i bambini saranno la nostra rovina...
    Durante gli scatti, avevamo temuto che si formassero dei capannelli di gente attorno a noi. Stranamente ciò non è avvenuto. A Londra se ne fottono delle celebrità...e se anche Harry Potter poteva riempirsi il carrello della spesa senza essere disturbato, potevamo a farlo anche noi...salvo qualche inconveniente.
    Tanto...non sarà la prima né l'ultima volta che ci troveremo nell'occhio del ciclone.
    I tabloids avranno di che mangiare domani, quando la sbornia sarà passata e le haters se ne faranno una ragione.
    -Quella gatta morta è a Londra! Ora le robsten andranno in delirio! Ma perchè se l'è scarrozzata lì? Ma vaaa....! Sono solo amici! Non ci credo! Non ci credo!!! Tutte meno quella scialbetta....sciò!
    Ormai ci avevo fatto il callo ai loro insulti ed ero decisa a vivere quell'amore strano, accettandone le conseguenze.
    Rob è un tesoro.
    Per concludere l'anno in bellezza ha fatto in modo che passassimo inosservati utilizzando i capi alti della Summit per prenotare nell'anonimato la suite più lussuosa e confortevole dell'albergo.
    Il mondo, insieme a lui, è un tavolozza di colori sgargianti, proprio come quest'isola di Wight, dove le masse dei turisti passeggiano romanticamente lungo i pendii digradanti e lasciano gli occhi sugli scogli pittoreschi, smerigliati dal mare.
    Acqua azzurra, costoni rurali, scoiattoli rossi.
    Profumo di gelo e di erba fresca.
    Ci siamo arrivati alla chetichella, atterrando con un aereo privato a Bembridge perchè era impensabile prendere posto su un hovercraft e sperare che la gente tenesse nei borselli i cellulari.
    Qui, dove la natura sembra una facciata del paradiso terrestre, possiamo coccolarci senza aver timore di sentire lo scatto di una macchina fotografica o venire accecati da una rombata di flash.
    Il nostro countdown è iniziato così, sulla moquette rasata vicino al camino, tra lo scoppiettio della legna, il fuoco caldo e il coro di voci giù, nel gran salone.
    Clare e Richard festeggiano a Londra, bevendo champagne e riempiendosi la pancia con i panettoni farciti di un ristorante extra lussuoso. Liz e Vicky non si sono mosse dalla capitale e di sicuro staranno facendo casino in qualche discoteca.
    Anche Parker è con i suoi padroncini. Lo immagino che sbaruffa nella sua ciotola alla ricerca di un ossicino succulento da sgranocchiare dopo aver silurato le ultime polpettine di carne.
    Mi trovo in famiglia.
    Nella SUA famiglia e sto bene.
    Per l'evento ho indossato una sottoveste strimizzita, che mi lascia nude le gambe e la schiena.
    Niente reggiseno. M'infastidiscono i gancetti che segnano la pelle.
    Uno slip rosso, invece, bordato di pizzo e trafori, mi avrebbe resa maggiormente appetibile ai suoi occhi. Non che ce ne sia bisogno. Rob mi trova irresistibile anche con i capelli tirati in un codino buffo o con il look trash alla Joan Lett.
    Mi sono truccata appena, passando il rossetto sulla bocca ma Rob è affamato stasera. Me lo sta divorando poco a poco, mordicchiandomi le labbra con quei canini eccitanti e quei baci che mi fanno impazzire.
    Stiamo per fare l'amore.
    Il primo dell'anno sotto le lenzuola non può mancare nella nostra agenda personale.
    E'inevitabile che ci si ami. Com'è inevitabile pianificare a tavolino gl'incontri segreti e sperare che vadano in porto senza rogne.
    Ho già una sua mano affusolata sul seno, il suo pollice che mi ruota attorno a un capezzolo. L'eccitazione mi sta facendo male e non riesco ad abituarmi al dolore.
    Tutte le volte che Rob mette le sue belle dita su di me, il mio corpo e il mio sangue interagiscono fino al male fisico.
    Ci baciamo, intrecciando le lingue, leccandoci le labbra.
    I nostri odori si fondono.
    Mi incollo al suo torace. Gli sbottono la camicia. Con l'orlo delle unghia gli sfrego la punta dura dei capezzoli.
    Anche lui è eccitato quanto me.
    Con una mano dietro la schiena, mi fa stendere sotto di lui. Il suo ginocchio s'intrufola tra le cosce. La sua erezione mi pulsa sull'inguine e si gonfia man mano che i nostri bacini strusciano l'uno contro l'altro.
    E'sovraccarico di tensione.
    - Kris...- Mi chiama pronunciando il mio nome con quell'accento inglese che mi manda in estasi. Apro gli occhi a fatica. Voglio guardarlo. Voglio sentirmi inchiodata alle sue pupille blu, al suo sguardo da angelo tentatore. - Ti amo...ti amo...ti amo...
    La sua voce è un gorgoglio sensuale.
    Non resisto.
    Non ce la faccio a sopportare questa voglia matta che ho di stargli addosso con tutta me stessa.
    Ma lo amo. Lo amo da matti.
    Non ho mai amato un uomo così.
    E so che non amerò mai nessuno come ora amo Robert Thomas Pattinson perchè non ne sarei capace, perchè le anime s'incontrano una sola volta e vanno in combustione...una SOLA VOLTA.
    Stanotte non voglio pensare a ciò che è passato nella mia vita. Ai rumors che hanno affollato la nostra relazione. Ai giornali che mi vogliono incinta a tutti i costi. Alle chiacchiere sui blogs, ai video di You Tube, a quel Ted Casablanca che sembra sapere tutto e niente del nostro amore.

    Non voglio pensare alla Summit, al Sundance Festival. Ai mesi in cui Rob e saremo obbligati a dividerci.
    L'idea del distacco acuisce il dolore.
    Passeremo delle giornate terribili...attaccati al cellulare. E io piangerò come una fontana perchè mi mancheranno da morire il suo sorriso, la sua bocca, i suoi occhi, le sue carezze.
    Mi afferro a lui, a quelle spalle modellate dall'esercizio fisico e mi aggrappo di peso.
    Desidero entrargli in profondità, diventare un'unica cosa con le sue ossa, con il suo sesso.
    Posso farcela.
    Questo nostro amore è privo di limiti.
    Sarà perchè dobbiamo nasconderci. Sarà perchè...semplicemente lo amo e ho bisogno di allacciarmi ai suoi fianchi, di accoglierlo in me, sentirlo penetrare con quel gemito lungo e incontrollato.
    Sarà perchè le sue dita bellissime hanno la capacità di trasformarmi in un pianoforte, un pezzo pregiato, i cui tasti hanno ripreso a funzionare dopo anni di mutismo assoluto.
    Ovunque mi tocchi, suono.
    Mi muovo sotto di lui e mi mordicchio le labbra a sangue.
    Le dita hanno appena abbassato le spalline e la sua bocca mi sta succhiando un capezzolo.
    Mugolo, getto la testa all'indietro, inarco la schiena e comincio a delirare.
    - Rob...Rob....oh....Rob...
    Respiro velocemente.
    Il desiderio di lui mi fa salire un groppo in gola.
    Vorrei dire di più...magari una frase sensata...ma sta facendo l'amore col mio corpo e non ce la faccio a parlare. Non ce la faccio a connettere.
    Sono in un mondo tutto mio.
    Sono nel suo mondo.
    Sono sua.
    E'mio.
    Con le mani mi attacco alla sua nuca, con le dita mi attorciglio ai suoi capelli.
    Le ciocche sono calde e polpose, sembrano vive.
    Come caldo, polposo e vivo è il mio ragazzo.
    Come calda, polposa e viva...mi sento io.
    Dio...che ore saranno? E mamma? E papà?
    Ho perso il contatto con la terra, con i rumori, con gli spari.
    Le dita di Rob scendono lungo il mio ventre, s'insinuano sotto il vestitino, dentro gli slip, entrano dentro la mia femminilità, si muovono fra le mie corde e il mio aereo mentale inizia a vorticare.
    Ahia. Non ho fatto scorta di carburante e adesso i motori crocchiano come un sacchetto di patatine.
    Cado.
    Che meraviglia cadere...
    Disintegrarsi.
    Quelle dita diabolicamente lunghe, diabolicamente flessuose...il suo profumo di colonia...la sua voce inglese...
    - Vorrei che fosse per sempre, Kris...- Me lo dice contro le labbra, sulle quali è risalito, al contrario della mano destra che cala a fondo e minaccia di farmi venire da un momento all'altro. Ho ancora la forza di restare lucida, di piangere di gioia mentre ha gli occhi blu venati di commozione e stravolti dall'amore. - Vorrei che in qualsiasi punto della terra ci trovassimo...avessimo la certezza di essere noi due soli...per non doverti barattare con nessuno...nè con un film....nè con le fans...nè con tutte quelle urla pazzesche...
    - E siamo noi due soli...- gli rispondo io, inghiottendo una lacrima. Gli picchietto la bocca umida con i baci. - Tu senti nulla all'infuori di questo?
    In realtà, fuori c'è un baccano terribile. Stanno scoppiando i petardi e il fumo bianco dei botti unge la vetrata della stanza, quella che s'affaccia direttamente sul mare, sulla spiaggia, sui colori di Wight.
    Ma per me non esiste altro che valga la pena di ascoltare.
    Voglio solo concentrarmi sul suo battito cardiaco, sulla nostra pelle che pulsa all'unisono, sui bottoni della sua camicia ormai fuori dalle asole, sulla cintura dei suoi pantaloni ormai slacciati.
    C'è un attimo d'eternità fra di noi. Un silenzio che è senza nome ma che vale più di cento parole.
    La sua mano libera raggiunge la mia.
    Le dita s'intrecciano.
    E il dolore della possessione si fa più acuto.
    - Sento te, Kris...e questo mi basta....



    Edited by Lady Alexandra - 6/1/2010, 20:23
     
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  2. FRAGOLINANIKY
     
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    sono rimasta praticamente senza parole... è bellissima...
    l'ho letta tutta d'un fiato... e mi sento ancora più convinta del fatto ke Rob e Kris stanno bene insieme...
    grazie di aver postato questa piccola opera! è davvero emozionante, mi sembra di entrare nel loro mondo... di condividere il lro amorre...
    davverp davvero brava! complimenti!
     
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  3. Sissi :D
     
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    CITAZIONE (FRAGOLINANIKY @ 4/1/2010, 18:15)
    sono rimasta praticamente senza parole... è bellissima...
    l'ho letta tutta d'un fiato... e mi sento ancora più convinta del fatto ke Rob e Kris stanno bene insieme...
    grazie di aver postato questa piccola opera! è davvero emozionante, mi sembra di entrare nel loro mondo... di condividere il lro amorre...
    davverp davvero brava! complimenti!

    ti quoto ogni singola parola U_U è davvero bella e oltre ad essere convinta del fatto ke stanno bene sono certa ke stanno insieme e non lo dicono ^_^ bravissimaaaa!! :D
     
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    Bhè, anch'io sono convinta ma la verità la conoscono solo loro anche se mi piace immaginarli insieme perchè INSIEME interagiscono a meraviglia.
    Grazie per avermi letta... :rolleyes:
     
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  5. antonel89
     
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    wowo bello sembra ml reale ma il cane è sul serio di rob oppure lo hai inventato?
     
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    No, Parker esiste veramente. Ha annunciato il suo arrivo in famiglia proprio Lizzie, la sorella di Rob...direttamente dal suo account di FB...
     
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  7. antonel89
     
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    CITAZIONE (Lady Alexandra @ 5/1/2010, 15:39)
    No, Parker esiste veramente. Ha annunciato il suo arrivo in famiglia proprio Lizzie, la sorella di Rob...direttamente dal suo account di FB...

    allora la foto del cane e quel'uomo forse è rob?
    ps scusa ma è questo l'account di lizzy https://www.facebook.com/profile.php?id=180...04115482&ref=ts
     
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  8. MeRy***
     
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    Ale stupenda questa storia...sembrava sul serio...reale!
    Io non sono robsten, però insieme mi piacciono molto, e leggere questa ff mi ha fatto sembrare la loro storia quasi inevitabile, tangibile!
    Complimenti sinceri ^_^
     
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    Amore senza legge. Kristen Pov.
    Una cosa l'avevo imparata.
    Se sei un'attrice e ti stai arrampicando sulle montagne patinate di di Hollywood, devi prendere le tue precauzioni prima che i tuoi pubblicisti s'immischino nella tua vita e ti sbattano in faccia, 24 ore su 24, un contratto di lavoro.
    Non puoi trastullarti con il tuo uomo su un'amaca o rilassarti in un atollo sperduto del Regno Unito.
    Non puoi amare liberamente.
    E'la clausola più dolorosa di tutte, il prezzo effimero del successo che ognuno pensa di riuscire a pagare a rate prima che si accorga di aver firmato per delle cambiali.
    E soprattutto, una piccola stella in ascesa come me non può permettersi il lusso d'ignorare la potenza divulgatrice del web, le chiacchiere, i pettegolezzi, i blogs e le manipolazioni.
    - Se fa del male a Rob, la strozzo...
    - Ti aiuto volentieri....
    - A me non è mai piaciuta la sua faccia...
    - Uff....proprio ora che cominciavo a farmela piacere...
    - Ma chi le ha messe stè foto? Kris no di certo...
    - E'una commediante...spero che Rob se ne accorga e la molli!
    - Di sicuro l'avrà drogato...altrimenti non ci si metteva assieme, tzè!
    - E l'erba gliel'avrà passata quella scimmietta dell'ex...
    Cazzo. Cazzo. Cazzo. Mille volte cazzo!
    Oggi è uno di quei giorni in cui vorrei nascondere la testa sotto una pila di cuscini e bestemmiare contro quelle lingue biforcute. Nemmeno i gossippari in cerca di gloria sapevano farmi male quanto le fans di Robert e le più odiose non perdevano l'occasione di tirar fuori i miei errori di gioventù.
    La droga era stata una parentesi. Una brutta parentesi, nel senso che fu terribile, durante la promozione di Twilight, affrontare le accuse di chi mi aveva paparazzata sugli scalini della mia villa, assieme a Mike, mentre fumavo il calibano di papà.
    Altro che marijuana. A parte qualche spinello spacciato in gruppo nei bagni delle scuole, non ho mai cercato riparo nella coca.
    Eppure, l'anno scorso, non mossi un dito per difendermi.
    Nel bene e nel male, ci avrebbe pensato la Summit, grande madre degli attori emergenti, esattamente come salvò dallo scandalo l'astro del film, Robert, accusato di essere un'alcoolista solo perchè in alcuni scatti appariva alticcio.
    Adesso è diverso.
    Adesso soffro per ogni minima scalfitura. Adesso non sono disposta a farmi scivolare ai piedi le offese, le punture, le illazioni. Vere o false che siano.
    Serrai le labbra e guardai la testa bionda di Rob, le sue spalle tese, la sua mano che impugnava il mouse e lo muoveva dall'alto verso il basso, facendo stridere la rotellina sulla superficie laccata.
    Il puntatore scese in fondo alla pagina e la visuale si fece completa.
    C'erano foto mie sulla community del Live journal e non erano un gran bel vedere.
    Figuravo in molti scatti, accanto a delle belle ragazze bionde e alla famiglia Angarano al completo: nonne, zie, cugine, amiche.

    In una foto, impugnavo il microfono e fingevo di cantare come una rochettara svezzata. In altre, me ne stavo comodamente in panciolle sul divano di una sala da pranzo e posavo davanti a una digitale con i capelli castani tirati a coda e il viso pallido, di una diciassettenne un pò brilla.
    Dio, sembravo un maschiaccio. Non avevo nulla di femminile.
    I miei fianchi erano troppo diritti, il mio seno troppo acerbo, le mie orecchie...troppo a sventola.
    Ricordavo però la sensazione di felicità, di euforia, la voglia di spaccare qualsiasi cosa avessi avuto davanti.
    Anche Mike era felice e si alternava con me al karaoke, battendo le mani a tempo di musica. E io andavo, a ruota libera, e in quelle maledette foto si vedeva.

    "Le immagini private di Kristen Stewart...! Eccola a capodanno del 2007...a casa del suo ex ...nella città del suo ex...con la famiglia del suo ex...! Guardateli come si divertono!!! Che la nostra Kiki abbia deciso di bissare l'esperienza?"

    Ignoravo l'autore della pubblicazione anche se la cerchia dei sospetti era stretta. Gli unici a possedere i negativi erano le cugine di Michael...
    E Michael, ovviamente.
    Magari le avevano pescate da un vecchio account di my space, magari qualche membro della sua famiglia aveva pensato di rovinarmi la più bella vacanza della mia vita con un tiro mancino. A molti dei suoi parenti faceva gola la mia rovina, sia professionale che sentimentale. Dopo la rottura, i miei genitori e i suoi si salutavano appena.
    Non li biasimavo.
    Avevo fatto soffrire il loro figlio. Perchè Mike soffriva, a differenza mia che avevo già le spalle coperte dall'amore di Rob.
    Robert. Il mio baricentro tornò da lui.
    Ero certa che stesse male. Lo intuivo dalla sua postura, dalla linea rigida del suo profilo.
    Accidenti! Dov'era la produzione quando si trattava di sparecchiare il circuito da immagini che potevano compromettere la nostra storia? Dov'erano i nostri cani da guardia? Gli abili fiutatori di piste?
    - Chiudi la pagina....non voglio che mi guardi...Sono vecchie...- La voce che mi uscì dalla gola fu un suono strozzato.
    - Non sono vecchie...- precisò lui, sospirando. Si girò verso di me, ruotando di tre quarti col busto, e io sprofondai nei suoi occhi scuri, in cui il blu si miscelava a tonalità grigie e pagliuzze smeraldine si sparpagliavano nell'iride. - Sei a tuo agio...lui è a suo agio...tutta la sua famiglia lo è...esattamente come la mia...
    Touchè.
    Ebbi di nuovo una vertigine e sentii un buco nello stomaco. Il buco della perdita. Quando Rob concentrava lo sguardo in quel modo, sapevo che una serie di pensieri accuminati stavano travagliando la sua mente. E io ero la più accuminata delle sue fobie. Un ago infilato nel cervello, destinato a lesionargli i nervi.
    - Rob, vuoi cominciare a sclerare?
    - Non sto sclerando...
    - Ah noo? E questo broncio? - Gli presi il mento tra il pollice e l'indice e mi abbassai per trovarmi a due centimetri dal suo viso e dalle sue labbra impertinenti. Dovevo giocare le mie carte migliori.- Vuoi dar retta a ciò che scrivono quegli idioti? Pensi sul serio che possa mollarti solo perchè ho deciso di trascorrere questi giorni da te?
    Attesi che lui parlasse e lo fece, sorridendomi di sghembo come era abituato a fare quando voleva abbagliarmi. - Ok, sono un idiota, Kris...- ammise imbarazzato, passandosi una mano nella massa dei capelli biondi. Restai ipnotizzata dalle dita lunghe che passavano a rastrello le ciocche e fui dinuovo pregna di lui, della sua bellezza struggente, di quel viso che aveva rasato appena un'ora fa e che faceva salire alle mie narici un'ondata di colonia. - Per un attimo mi è passata davanti la nostra storia...è mi sono chiesto...
    Se anche con me farai la stessa cosa...
    Gl'impedii di terminare la frase. - Un bel niente, Rob...l'hai appena detto...questa è la nostra storia...Tu non sei Mike...e io non sono la ragazzina di allora. E' diverso. Sono qui con te. Sono qui...per te...Ho scelto la mia strada....non vado più allo sbando...
    - Quattro anni non si cancellano, Kris. - insistette lui, schiarendosi finalmente in volto. L'ombra passò e le sopracciglia si allinearono sulla fronte. - Hai avuto la tua storia. Io la mia. Ma quando ti vedo con lui...il mio fegato non lo sopporta...Mi sale la bile...e mi si aggrovigliano le budella...
    - Le tue budella ce l'hanno ancora con il mio passato, Rob...- gli sussurrai con dolcezza, vicino alle labbra.
    - Ho un intestino ipersensibile....- valutò tra se e se. Il suo timbro infantile mi strappò una risatina.- Dici che mi verrà un'ulcera...?
    - Se continui di questo passo...ti dovrò trasportare d'urgenza in ospedale per una lavanda gastrica...
    Un rossore adolescenziale gl'imporporò le guance e capii di amarlo soprattutto per questo. Per la sua insicurezza. Dopotutto anch'io avevo agito come una bisbetica quando Rob aveva posato per photoshoot con Emilie De Ravin. Anch'io temevo di perderlo perchè non mi sentivo abbastanza bella per uno come lui. Perchè la tentazione che lo circondava portava tanti nomi di donna e aveva tacchi a spillo conturbanti.
    Mi feci spazio tra la sedia e la scrivania, mi sedetti sulle sue ginocchia e coprii col busto la schermata del pc. - Vuoi litigare...così ti senti meglio, eh? - gli proposi astutamente, sfregando la punta gelata del mio naso contro la sua.
    Le braccia di Robert mi cinsero il torace e una mano grande premette sulla mia schiena. - Non sarebbe una cattiva idea...
    - Mi stai provocando....? - Avevo il fiato bloccato nella carotide. Mi sfiorò la bocca con il suo accento inglese.
    - Perchè no?
    - Allora sei masochista....- Deglutii. - Un bel figo masochista....
    Lui inarcò il sopracciglio e sorrise mostrandomi la fila dei denti candidi. - Sono solo un maschio a cui ora sta andando in tilt il cervello numero due...- La sua voce ora sfumava, non aveva più consistenza. Potevo chiudere gli occhi e lasciare che annusasse l'effluvio dello shampoo dai miei capelli. - Potrei perdere la razionalità da un momento all'altro, come Mr Hide...- Inspirò - Mmm....magnolia! Adoro questo profumo su di te...mi fa impazzire...
    - Lo uso apposta....- gli confessai, avvicinandomi gradatamente alla sua bocca. Giusto un millimetro e sarei riuscita ad appropriarmene. -Vuoi che ti leghi al letto?
    - Legami alla sedia....- disse lui, sornione. - Al letto non ci arrivo...c'è un terremoto di magnitudo 5.5 nei miei bassi fondi...
    - Bisogna correre ai ripari, allora...
    - Puoi evitare un disastro o far si che aumenti d'intensità...
    Ingoiai a vuoto. Si stava scaldando. Tutta la sua carne, tutti i suoi muscoli erano in procinto di trasformarsi in una tavolata bollente. Il profumo di amore e sensualità che il suo calore emanava mi fecero sentire nuda, completamente nuda. Mi ero abbassata col viso per poterlo baciare. Sentivo il tum tum dei nostri cuori mentre gli circondavo il collo e aderivo a lui, come un cucciolo di femmina voglioso di coccole.
    - E disastro sia...- Senza accorgermene avevo fatto scivolare una mano dentro la camicia e mi beai nel sentire sotto le dita un piccolo capezzolo già irto di desiderio. Mi tesi con le labbra verso di lui, ma Rob tirò la testa all'indietro quel tanto che bastava a sfuggire al mio bacio.
    Lo fissai con aria infantile, come se qualcuno mi avesse tolto una fetta di pane e marmellata proprio nell'attimo in cui ero sicura di addentarla.
    Non riuscivo ad abituarmi ai suoi giochi, alla sua arte seduttiva, al suo odore di uomo maturo e di ragazzo in piena febbre ormonale.
    Schiusi ancora le labbra per portarmi al suo livello.
    Volevo baciarlo.
    Volevo sentire la sua lingua nel palato.
    Volevo bere la sua saliva.
    Ma Rob era deciso a tenere duro. In meno di un secondo la sua bocca rossa scomparve dal mio radar e affondò nell'incavo del mio collo.
    Con la punta del naso, mi percorse la pelle fino al lobo dell'orecchio e poi scese, lentamente, seminando una serie di minuscoli baci lungo la giugulare. Spesso intervallava le labbra ai denti e mi mordicchiava nei punti dove le vene si alzavano e ritmavano il mio respiro.
    Persi la cognizione del peso, del luogo, della gravità e iniziai a bollire.
    - Rob, ti prego...s...m....e...t...t...i...l...a...- Con entrambe le mani gli fermai la testa e presi in pugno alcune ciocche dei suoi capelli. - Non ti sopporto quando fai così....!
    - Bugiarda....- Non feci in tempo a continuare che la sua lingua guizzò sulla mia bocca, sgusciando lievemente avanti e indietro. - L'attesa ti eccita, Kris...
    - Stronzo...
    - Quando dici che sono stronzo...allora vuol dire che sei al limite della sopportazione...
    - Baciami.
    - Ho in mente ben altro...
    - Rob!
    - E'inutile che brontoli...
    - Ti odio!
    - Mi ami.
    - No! Ti odio!
    - Si...mi ami. Sei ossessionata da me.
    - Ti amo perchè mi hai sedotta su quel cavolo di set...
    - Principessa, sei tu che hai messo a punto le tue armi...altrimenti me ne sarei stato buono buono in un angolo...a recitare il melodramma di un vampiro vergine..
    - Non avresti dovuto coccolarmi...
    - E tu non avresti dovuto prenderti le mie coccole...
    - Uff, Robert! Ti ho detto che ti odio?
    - Un minuto fa...
    - Te lo ripeto: TI ODIO.
    - Ed io ti ripeto: MI AMI. Perchè sono pazzo...e tu un'isterica...un'adorabile sterica, Kris...- Si umettò le labbra e a me si seccò la gola.
    Scossi la testa, cercando il contatto della sua bocca. Ansimavo. - Isterica o no...voglio te...non ce la faccio più!
    Rob rise e portò le sue labbra nel mio campo visivo.
    Ero in suo potere.
    Inspirai a fondo, con un rantolio basso, e la sua lingua entrò fra le mie labbra invitandomi ad assecondarla. Ci leccammo come due gatti, con una sensualità che aveva del paranormale e fu come se un polverone di corrente elettrica salisse dal pavimento e ci rendesse padroni dell'estasi, dell'arredamento, della morte. Una sua mano, mi scivolò tra le gambe e s'intrufolò sotto la vestaglia. Sentii il suo lungo indice premere sul triangolo dello slip e trovare la zona più eretta della mia carne. Era umida. Vergognosamente umida, eppure mi piaceva da matti quando mi stuzzicava senza darmi l'agio di reagire.
    Gemetti ma non mollai la presa sui suoi capelli.
    - Rob....Robeert....
    Il suo dito riuscì ad aprirsi un varco nel cotone elasticizzato, fra le cosce, e vi penetrò, sfregando il polpastrello all'interno della stoffa, dove la mia intimità traboccava di liquori densi e sessuali.
    - Tu vuoi uccidermi...vuoi finirmi....
    Ormai non ragionavo più con la mia testa. Ormai non vedevo altro che la sua bocca tremendamente erotica e tremendamente vicina, non vedevo che il suo viso liscio, la sua squadratura perfetta, i suoi occhi brillanti di fuoco e zaffiri. E non sentivo altro che il suo sesso spingermi contro il fianco man mano che il sudore cresceva nelle nostre arterie, e l'adrenalina accellerava il battito cardiaco.
    - Voglio farti solo sentire quanto sei mia, Kristen...- mi spiegò con voce roca.
    Non ebbi il tempo di dirgli che lo ero da un pezzo, che la mia anima era nelle sue mani, che poteva modellarmi a suo piacere, che lui non sarebbe stato mai come Mike. Un grande amore di passaggio. Lui era il mio biglietto di sola andata. Lo sapevo. Potevo morire per quella certezza. - Voglio scorrerti nel sangue...voglio essere il tuo sangue...e occupare tutti i tuoi spazi...la tua mente...il tuo cuore...
    La sua voce scendeva di tono, il suo accento mi faceva girare la testa.
    - Devi sognarmi quando staremo lontani...devi desiderarmi...sempre....
    - Rob....ti amo...facciamo l'amore....- lo supplicai e strusciai una natica contro il suo sesso mentre quel dito mi pigiava come un bottone d'acqua e m'induriva tutta. Lo fissai disperatamente, quasi piangendo. - Ho bisogno di te...di averti dentro...subito...
    - Ti voglio anch'io...sto scoppiando...- mugolò Robert, agonizzando sulle mie guance.
    Mi afferrò per i fianchi e il movimento fu così veloce che realizzai le sue intenzioni solo nell'attimo in cui mi sollevò di peso dalle sue ginocchia e mi trascinò sulla tastiera del notebook.
    Avevamo i respiri concitati, il viso arrossato dall'eccitazione.
    Tipico di noi.
    La chimica che ci legava era un orgasmo continuo.
    Un giorno o l'altro saremmo esplosi come palloncini imbottiti di tritolo, a causa della nostra tensione erotica.
    - Lo facciamo qui?- ansimai, confusa dallo sfarfallio della connessione. Inavvertitamente la mia pressione sui tasti, aveva fatto scattare il bip d'allarme della pen drive. - Quanti pc hai intenzione di distruggere...?
    - Tutti quelli che serviranno a una buona causa....- Sempre con le mani, Rob mi allargò le gambe, si fece strada nel mezzo e mi attaccò al suo bacino, in modo che la sua erezione sotto il jeans fosse totalmente schiacciata contro di me.
    Gli tirai i capelli e lui si gettò sulla mia bocca, eguagliando la mia disperazione.
    Ci baciammo, incollando le labbra e le lingue assunsero la forma di pettirossi lussuriosi, in vena di colpi d'ala e beccate selvagge.
    Rob era già nel mio sangue. Era già parte di me.
    Era il mio destino e se fossimo riusciti a mantenere le mani distanti durante la conferenza stampa di Eclipse, di certo il nostro amore e la nostra passione sarebbero esplose dietro le telecamere, durante la lavorazione di Breaking Dawn.
    Morivo dalla voglia di sostituire il mio DNA con quello della Bella vampira per poterlo assaggiare liberamente, sotto gli occhi di tutti.
    Non m'importava di mantenere un contegno professionale e di spararmi un sermone di due ore da parte della produzione.

    Sarei giunta al mio limite, pur di tenermi stretto Robert.
    Mi uncinai alle sue spalle, famelicamente.
    Ebbi voglia di strappargli la camicia. Ancora una. Come nelle fanfiction che leggevamo sul web quando non eravamo impegnati a giocare tra le lenzuola.
    Mi divertiva un sacco fargli saltare i bottoni dalle asole.
    E lui si divertiva a intrufolare le dita nelle mie mutandine, portandomi in cima al piacere con le sue voluttuose strimpellate.
    Tutto perfetto. Tutto calibrato.
    Io avevo i miei vizi, lui i suoi.
    Ci baciammo senza staccarci e quando l'ossigeno scarseggiava nei polmoni ci respiravamo sul viso, labbra su labbra, e smettevamo d'intrecciare le lingue per poi ricominciare daccapo l'attimo seguente.
    Eravamo persi nelle nostre abluzioni, disconnessi dal mondo, quando la suoneria di un cellulare riecheggiò nella stanza e rimise la spina alle nostre menti.
    Fingemmo di non udirla ma l'insistenza dell'interlocutore costrinse Rob a staccare la sua bocca dalla mia.
    - E'Nick.-..- annunciò seccato, estraendo l'involucro nero dalla tasca posteriore.
    Nick Frenkel aveva la sua suoneria personale. Un blues anni 50.
    Mi leccai le labbra, ancora in stato confusionale. - Rispondi...
    E liberatene in fretta...
    Lui mi lesse nel pensiero: - E se chiudessi la comunicazione?
    Inarcai un sopracciglio, stizzita.- Ce lo ritroveremmo dietro la porta...
    - Uhm...hai ragione. Sarebbe capace di chiamare l'artiglieria pesante per sfondarla...
    Mi teneva stretta a lui, perchè non si diluisse il calore che si era creato fra i nostri corpi.
    Spinse il dito sull'icona verde e avvicinò il cellulare all'orecchio.
    Ne approfittai per nascondere il viso sul suo collo, nel bavero della sua camicia. Il profumo di colonia mi dette alla testa.
    Gli tempestai la pelle di baci mentre lui si sforzava di schiarire la voce. - Dimmi...Nick...
    Gli mordicchiai il lobo dell'orecchio e gli risi nei timpani quando si assentò mentalmente dal cellulare e si concentrò di nuovo su di me, lasciandosi scappare un gemito.
    - Rob, ma ci sei...? - la voce di Nick aveva inflessioni nervose.
    - Ehm...? Si....Nick...ci sono....almeno uhm...credo...- fece lui, indolente.
    Con le labbra gli arrivai sul mento, gli leccai la fossetta e poi mi fermai a un pelo dalla sua bocca. - L'amore, Rob....voglio fare l'amore...- gli ripetei, soffiando con la voce.
    - Rob, per favore. Stammi a sentire una buona volta! E'urgente. Scendi di sotto. Devo parlarti!
    - Uhm..cosa...? Ah si....! Devi parlarmi....
    Rob era nel mio universo da un pezzo. Pendeva da me, dal desiderio che nutriva ...per me. Avrebbe fatto sesso anche colloquiando al cellulare assieme al manager.
    - Ti voglio...- rimbeccai senza usare la voce, facilitandogli così la lettura del mio labbiale. Feci calare le mie mani sotto ai fianchi e mi appolipai forsennatamente con le dita ai suoi glutei sodi.
    Cielo...avrei dato chissà cosa per piantarci i denti!
    Lui emise un suono da condannato a morte e tenne strette le labbra, accusandomi con gli occhi di volerlo sedurre senza un briciolo di pietà.
    Touchè per la seconda volta.
    - Porca puttana, Robert! Vuoi deciderti a darmi retta!!!!???
    L'imprecazione di Nick ci colse alla sprovvista e il microfono vibrò, raggelando la nostra temperatura corporea.
    - Porca puttana lo dico io, Nick! - sbottò Robert, perplesso. - Si può sapere che diavolo ti piglia?
    Rimasi a guardare la sua espressione dapprima sbigottita, poi interessata, poi corrucciata.
    - Ho capito. Scendo subito, dammi un attimo...
    - Subito Robert! Due minuti e devi essere nella hall....
    - Ok...fra cinque, dieci minuti sono li. - tergiversò lui, chiudendo la comunicazione prima che il manager potesse accorgersi della sua ultima battuta.
    - Cosa vuole? - Sbuffai. Detestavo che i nostri agenti c'interrompessero sul più bello.
    Lui mi osservò seriamente, come se stesse per rivelarmi un segreto di Stato, e mi prese il viso tra le mani. - Qualcuno ci ha scattato delle foto mentre eravamo sull'isola...e il Vertice ha appena sguinzagliato le mute dei cani...
    - Cazzo...- imprecai. Li potevo udire da lontano, abbaiare e latrare, fare macelli ovunque mettessero le loro zampacce. - Ma come hanno fatto? Non c'erano paps laggiù...
    - Magari i paps questa volta non c'entrano...e la nostra copertura era già saltata...
    - Ti riferisci a quella bambina?
    - La stessa che ha concesso un'intervista in radio e che la Summit ha provveduto a pagare profumatamente perchè calmasse le acque...- continuò lui, preoccupato. - Solo che adesso ci sono abbastanza prove...e mi sa che qualche testa di legno sta per saltare nel cesto...
    Sentii il nervoso arrivarmi sulle punte dei capelli. - Che salti pure...meno iene ci sono in giro...meglio è! - Lo attirai a me avvinghiandogli il bacino con le cosce e gli succhiai la bocca così prepotentemente che gli sarebbero serviti più di dieci minuti per riprendere il controllo del suo karma.
    - Kris...vuoi vedermi morto? - mi rimproverò lui con voce impasticcata. Cercai d'infilargli in bocca la lingua ad ogni sillaba e segnai un'infinità di rigori.
    - E'colpa tua...mi hai spinto alla vendetta deliberatamente....Così impari a farti pregare per un bacio...- Gli rubai di nuovo le labbra. Lui ricambiava e allo stesso tempo provava a strattonarsi dalla mia presa. Allora incrociai le caviglie dietro la sua schiena, gli spinsi il sesso contro i miei slip e lo udii gemere.
    - Mi stai mettendo nei guai...le paternali di Nick non sono facili da digerire...
    Gli lanciai un sorriso da menefreghista prima di tornare alla sua bocca. - Nick o no, ora non puoi uscire...se non vuoi che i clienti dell'albergo ti prendano per un maniaco. Hai qualcosa fuori posto, tesoro...

     
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  11. FRAGOLINANIKY
     
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    o mammnina santa!!
    tesoro sei un mito e io ti adoro! sono ufficialmente una tua devota! :woot: :woot:
    i tuoi scritti mi piacciono troppo...
    e questo POV di Kris come quello di Rob è fenomenale!
    ti adoro! l'ho già detto vero!
    love you <3
     
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  12.  
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    Mi piace MOLTISSIMO come scrivi..Complimenti<3
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12 replies since 4/1/2010, 17:25   1830 views
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