L'ULTIMO VOLO.

Ottobre. Pagina vuota.
Novembre. Ancora pagina vuota.
Dicembre. Stomaco bucato.
Gennaio. Cuore in cancrena.
Mesi d'inferno, i miei, passati a chiedermi chi ero.
Chi eri.
Chi siamo stati.
Mesi...ore...settimane... in cui avrei voluto prendere a sassate la mia anima e sparpagliarne le ossa in cimiteri lontani. Stagioni intere, diavolo mio! Trascorse a piantare le unghia nei polsi fino a mozzicarmi la lingua pur di sopportarne il dolore.
Da quando te ne sei andato, è stato inevitabile l'affondo.
Un giorno dopo l'altro precipitavo da lunghe altezze ben sapendo che l'ultimo schianto poteva essermi letale.
E' l'amore che mi sta portando al declino.
Sono questi maledetti profumi di te, profumi di noi due.
Profumi di serate al chiar di luna.
Profumi di sogni andati a male.
Profumi di matite appena spuntate, di gomme, diari...e banchi di scuola!
E poi, in mezzo ai profumi...lui!
L'odore acre del vuoto.
Così forte. Così pungente da farmi vomitare.

A volte piombo giù, a volte mi dibatto per risalire.
A volte la sabbia mi ricaccia fuori o si allarga, inghiotte, mi spinge sotto, regolandosi in base alla mia disperazione.
Non vado a fondo. Mai.
Perchè se il mio corpo è un vaso cinese fatto a pezzi, la coscienza, invece, tiene dritta la testa e mi supplica di respirare, di combattere, di gridare.
E respiro per vivere! E combatto per morire!
Grido il tuo nome quasi si trattasse di una bestemmia ammazzando l'orgoglio ogni volta che la bomba della memoria esplode e l’urto sbatte in prima pagina le amputazioni di quei ricordi che non ce l'hanno fatta a salvar la pelle.
- Dove sei? Cosa fai? Fatti vedere! Ho bisogno di te!!! Chiamami, Edward! Chiamami! Voglio la tua voce!!!! Voglio i tuoi occhi!!!! Non lasciarmi da sola...!!! Non essere cattivo!!! Tu noooo....
E continuo a gettare in aria le cose, a mangiarmi le parole, a cercarti negli angoli che furono nostri, dove adesso le buche dei baci sono groviere e il senso di perdita mi sbatte a terra.
Da te dipendo. Sei la mia droga. Il mio cuore. Il mio spirito. Il mio appiglio.
Vorrei detestarti, giuro.
Vorrei non amarti...e ti amo!
Vorrei non impazzire...e impazzisco!
- Non cercarmi. Non mi troverai da nessuna parte. Te l'ho già detto. Tu ed io non possiamo stare insieme. Siamo diversi. Troppo diversi.
Diversi?
In cosa siamo diversi? Io ti amo. Tu mi ami.
Potevamo cambiare il mondo insieme. Potevamo stravolgere le regole. Per te, sarei stata abbastanza forte ed avrei affrontato il pericolo tenendomi vicina alla tua mano, obbedendoti ciecamente.
Rido, piango, gratto le tue iniziali sui tasti del cellulare.
Non rispondi. Hai cambiato numero.
- Torna da me. Torna da me...non ce la faccio più!
- Rassegnati, amore. Non ti merito...
La tua voce sbuca dal nulla. Un pigolio di zanzara avrebbe fatto più rumore.
- Che dici? Io sono una piccola cosa in confronto a te...! Resta...!!! Resta!!! - Ormai la mia dignità ha le ore contate. Ti sto crollando addosso.
Il tuo sguardo è privo d'emozione. I tuoi occhi appaiono sulle mie pareti, come pozzi corrosi dall'acqua. - Smettila...E'deciso. Dobbiamo stare lontani...ti abituerai...La mente di voi umani è un colino rotto...i ricordi fluiscono e si perdono per strada poco a poco...
- E tu...? Mi dimenticherai...? T'innamorerai di una della tua razza?- Il solo pensiero mi manda in back-out. Sono quasi in ginocchio. -Dimmelo...! Oh...dimmelo! T'innamorerai, Edward????
Tu mi osservi dall'alto e un'ombra scura appanna la bellezza del tuo volto. Mi stai osservando, con pietà, inserendoti nei miei occhi come una lunghissima spina. - Per me sarà diverso, Bella. Ti avrò dentro finchè ruoteranno i pianeti...finchè durerà la mia esistenza... Ossia per sempre.

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Egoista di un amore.
Oggi ti penso da qui...in bilico su uno strapiombo.
Non so in che modo ci sia arrivata.
Forse in auto, forse in moto, forse a piedi.
Ricordo a malapena dove ho lasciato le scarpe.
Ho camminato a lungo, scalza, togliendomi a forza le lacrime dagli occhi, seguendo le catapulte del temporale e i detriti di un acquazzone.
Guardo in basso.
Il mare sbuffa pericolosamente sotto di me.
Alza onde mastodontiche e si fracassa contro la pietra.
A pensarci bene, è un invito a nozze per chi desidera farla finita.
Ed è ciò che voglio.
Smettere di rincorrerti, di cercare disperatamente qualcosa che ci appartenga: regali, sms, fotografie, pagine di libri lette assieme.
Tanto...a che serve?
Ti sei portato via tutto, anche l'ultimo bacio che Romeo dava a Giulietta prima di mettere il veleno in bocca e darsi alla morte. E le nostre vecchie canzoni? Il nostro romantico Debussy?
Spariti insieme al resto.
Come se bastasse!!!! Come se bastasse a farmi scordare l'istante in cui mi hai chiesto di fidarmi di te mentre volteggiavo tra braccia di pietra e mi lasciavo incantare dal tuo sorriso sghembo. Come se bastasse a spellare dalla memoria tutti i tuoi baci, i tuoi sguardi d'oro, le tue carezze, la tua sovrumana bellezza!
Ho ancora l'impronta del tuo respiro sul seno, sai? La pressione circolare delle tue dita intorno alla gola...
Mani da Lucifero, le tue! Lunghe, affusolate...eppure capaci di staccare il nervo alla preda e scorticare le radici degli alberi. Si muovono su di me, tracciando percorsi proibiti sulla pelle. E'difficile stare ferma quando l'eccitazione ci altera i muscoli e c'intumidisce le bocche.
Cielo! La tua bocca, Edward! La tua maledetta bocca...
Rossa, perfetta, macabramente gentile…un cesto di ciliegie. Mi bastava gettare su di essa i miei occhi per farci l’amore.
- Mordimi! Ti prego…mordimi! Rendimi uguale a te!!!
Ogni notte, lo stesso rituale. Tu che ti avvicini, tu che mi baci ed io che mi accascio sul materasso, con i tuoi denti piantati nella giugulare e la tua lingua che lecca il mio sangue, prudentemente.
- Sei mia...mia!- mi dici. Un altro guizzo di lingua e sto per andare in Paradiso.
- Sono tua - rispondo. - Uccidimi pure, amore. Uccidimi adesso.
- Non posso… - Nella tua voce c’è un ringhio dissoluto e tanta paura. - Io ti amo....Bella. Non pregarmi di farti del male....
Soffro lo stesso. Se non lo fai, morirò a causa di quest'impazienza.
Vedo il baluginio dei rubini nelle pupille da vampiro. - Hai sete, amore…Bevimi! - ti supplico, ammirando le poche gocce di sangue che t'imbrattano i denti. Il mio seno è gonfio tra le tue dita. I capezzoli paiono stiletti ritti, la cui punta urge d'essere succhiata. -Fino all’ultimo sorso, Edward... perché io sono nata per essere il tuo calice, il tuo vino. Bevimi, o nobile Diavolo…bevimi! - M’inarco col collo verso di te e la ferita si apre sotto il tuo sguardo mortificato.

E’un piacere sapere che presto perderai il freno, che un ringhio elegante salirà su di me e mi sbranerai poco a poco abbandonando tra le lenzuola la carcassa di una donna bianca che in nome dell’amore si è trasformata in un prezioso banchetto.
- L'hai detto, Edward...sono tua. Non esitare...
E tu non esiti. La voglia che hai di divorarmi è pari alla brama che hai di salvarmi. La tua bocca scende fra i seni, la lingua sciabola sui capezzoli, bagnandoli di veleno. Il tuo fiato è pesante, amore.
Rugoso. Sensuale. Meraviglioso.
M'inarco di più, mando un gemito, ti chiamo a metà tra la febbre e il delirio. - Edward....Edward...!!!! Adesso!!! Ohhh... adesso!!!
- Bella...la mia Bella!!! - La tua bocca risale, le tue mani si aggrappano ai mie seni. - Perchè sei così succosa...? Così profumata? Così...buona??? - C'è dolore nella tua voce. Un dolore netto che sa di lacrime salate, di scrupoli, di ossa in fibrillazione.
- Sta scritto nel mio destino...sono tua, ricordi? Sin dall'inzio...è stato più forte di noi...- Ci guardiamo, mi tendo verso di te, sanguinante, fiera, e l'eternità si dispone sul letto, ammantandoci di falci lunari e meteore incandescenti.
Bruci, amore.
Bruci per me.
Il tuo corpo è duro, il tuo sesso è un ferro bollente.
E'tardi per tornare indietro.
Abbiamo entrambi deciso.
Io mi dono a te. Tu mi prendi. Non v'è nulla di sbagliato nella donazione reciproca.
- T'amerò sempre, Bella....sempre! Umana, immortale, angelo o mostro...qualsiasi forma assumerai dopo questa notte...io t'amerò. - Il tuo volto si abbassa, la tua bocca mi giunge sulla gola, il tuo ruggito fuma sopra lo squarcio e i denti penetrano la carne, la strappano, attingendo il sangue che ne fuoriesce, senza alcun controllo.
Precipito all'indietro, aggrappata alla tua nuca e sospiro.
Porta via la mia vita, diavolo arcano...prendi ciò di cui necessiti. Linfa, amore, orgoglio, pudore, verginità.
Non avere vincoli.
- Ti amo...Edward....ti amo....- La mia voce è appena percettibile. Le mie unghia si allentano fra i tuoi capelli. Stringo le labbra per mascherare il dolore e muoio lentamente, con le mani del mio amore sul seno, il suo fiato concitato nelle orecchie, i canini pregni di arsenico nella giugulare.
Ma la notte, si sa…è un fantasma bugiardo che terrorizza i propri commensali e al mattino ti scoppia a ridere in faccia.
Mi sveglio di soprassalto. Ho la fronte sudata, le vene che battono come ragnatele azzurre dietro alla pelle.
- Un sogno?...Sei stato solo un sogno? - Il mio cuore s'incrina. E' successo ancora. L'ennesimo incubo. L'ennesimo strazio. - Oh, Edward!!! Se avessi imparato a non amarti...! Non soffrirei come soffro!!!! Dovevi insegnarmi a restare ferma sulle gambe prima di andartene...! Almeno non vacillerei!!!! - E l'ansia torna, la mia vita torna…e tornano le mie chincaglierie da mercato…la mia normalità…il mio collo intatto, quelle terribili cannonate nello stomaco.
Torno quassù. Sulla roccia più alta della spiaggia. In balìa del freddo e della luce livida.
Diavolo mio!...Guardami, coraggio! Guardami!!!!.... Sembro un micio spelacchiato....col viso pallido e le ciocche tirate sulle spalle!
Non ho più dignità.
Soltanto vergogna...e questo freddo che mi stringe le gengive e paralizza il palato.
Sono quasi congelata, Edward.
Ok...ok....non è il caso di piangere.
Ho già deciso.
Gli amici, mio padre, mia madre...diranno che sono matta...ed avranno ragione. Sono matta di te, matta per te. Orgogliosa e felice di trovarmi in cima a questa scogliera.
Pronta a pagare lo scotto in cambio della mia libertà.
- Per favore...non farlo...torna indietro...non farlo! Bella!!!!
Rieccola di nuovo, la tua voce. La mia spada di Damocle. Il mio pianoforte.
Rimbomba da distanze chilometriche, da un punto focale che agli uomini non è permesso varcare. Somiglia al lamento di un puma, trafitto alle spalle da un pugnale d’argento.
- Me l’avevi promesso…perchè??!!!
Semplice, diavolo mio. Oltre l'amore non esiste nulla....soltanto la pressione delle nubi e le pale della burrasca tra i capelli.
In questo momento, mi sembra di vederti, proprio laggiù...sulla superficie del mare, che assumi forma e corpo man mano che il precipizio scava in acqua la mia tomba. Ti sorrido e immagino di correrti incontro, allacciarmi al tuo petto e riempirti il volto di baci.
Dio! Che bello sei! Hai sempre sul viso il cerone del pagliaccio triste e le labbra mordicchiate dal tormento. Appari reale nella tempesta. Potrei addirittura toccarti.
- Ti prego...fallo per me....va via....va via! Subito!
Scuoto la testa.
E'inutile che mi chiami, ora.
E'inutile che mi supplichi.
Tempesta e disperazione sono i miei unici padroni.
Tu me li hai lasciati sulla porta di casa ed ora m'appartengono. Sono loro compagna e loro amante. Loro schiava...esattamente come avrei voluto essere tua compagna, tua amante e tua schiava!
Abbasso la testa, chiudo le palpebre, allargo le braccia.
Un cavallone ti sommerge.
Il tuo volto sparisce, sbollito dalla schiuma, e la pioggia mi picchia sulle guance.
Uno schiaffo, un ceffone, un pugno. Arrivano in contemporanea, come diamanti di pezza lanciati contro una finestra.
Basta solo che mi sporga un altro pò, giusto un millimetro, e dopo sarà finita.
Non ho paura.
Devo farlo.
DEVO.
Mi curvo, perdo l'equilibrio e cado. Sulla rotta del vento, sbattuta da una voce che ormai fatico a riconoscere.
Addio, Edward. Addio, diavolo mio.
Presto tornerò in vita, sulla cresta di questo mare. Avrò sentimenti nuovi, un viso nuovo, un'esistenza priva di scossoni e ninna nanne innamorate.
E allora si...!
Sarà come se non fossi mai esistito!